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“Il Messaggero” in guerra contro i suoi inviati

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L’Associazione Stampa Romana esprime il proprio sconcerto per l’atteggiamento dell’Editore de Il Messaggero che, con uno stillicidio di interventi, continua a forzare lo spirito e la lettera del dettato contrattuale e delle leggi e soprattutto a limitare i diritti sindacali e professionali dei suoi giornalisti.
In un momento di grande tensione all’interno della testata, in cui i giornalisti si sono più volte espressi pubblicamente in difesa della qualità del giornale, per i contenuti e per la valorizzazione delle professionalità, per il pieno utilizzo degli inviati (a fronte di una sempre maggiore delega ad esterni e a collaboratori per la confezione dei servizi anche di attualità), Il Messaggero sta anche cercando di “liquidare”, in maniera frettolosa e cavillosa, i colleghi che hanno maturato insieme all’età anche l’esperienza e la competenza, concorrendo a dare autorevolezza alla testata.

Emblematico il caso del collega Guido Alferj, al quale va la piena solidarietà di Stampa Romana, per il quale l’azienda pretende l’applicazione dell’art.33 del CNLG (risoluzione del rapporto di lavoro per limiti di età), per avergli versato il minimo dei contributi previsti dalla norma e senza alcun ritegno per il fatto che in realtà, per più di un lustro, Il Messaggero non ne aveva riconosciuto in pieno l’attività di redattore, versando i contributi all’Inps anziché all’Inpgi, con una penalizzazione pensionistica per il collega. In più, l’azienda non ha tenuto alcun conto della lettera che, come prescrive la legge, il collega ha inviato dichiarando la sua intenzione di restare in azienda fino al raggiungimento dei 65 anni di età.

L’Associazione Stampa Romana si augura che l’Azienda voglia ritornare su una decisione contestata dal Comitato di Redazione, e che non tiene conto della tradizione stessa della testata nel rapporto con i giornalisti.

Roma,1 Agosto 2005

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica:

La Federazione della Stampa esprime piena solidarietà ai colleghi e al comitato di redazione de ”Il Messaggero” di Roma che subiscono in questi giorni un attacco senza precedenti da parte della proprietà ai loro diritti sindacali e legali. Il tentativo dell’editore, i cui bilanci cumulano ogni anno generosi profitti, di ridurre l’organico eliminando automaticamente i redattori che hanno acquisito la maggiore professionalità è la dimostrazione più evidente dello scarso interesse che l’azienda dimostra nei confronti della qualità dell’informazione, ormai ritenuta un optional, a danno dell’intera redazione. Tutto questo nella palese violazione del diritto di legge che hanno i giornalisti, come tutti i lavoratori, di continuare a lavorare sino al raggiungimento dei sessantacinque anni di età e delle procedure di consultazione sindacale previste dal contratto nazionale di lavoro. Una decisone assolutamente intollerabile, che, peraltro, si colloca nel clima di intimidazione che gli editori stanno mettendo in atto nelle loro redazioni per colpire e cancellare i diritti della categoria sanciti dalle norme del contratto collettivo. Ma le redazioni non sono cantieri edili e i giornalisti italiani impegnati nella dura vertenza per il rinnovo del contratto sapranno difendere con fermezza tutte le garanzie professionali conquistate in decenni di lotte sindacali. La Federazione della Stampa, insieme all’Associazione della Stampa romana, sosterrà la redazione del Messaggero in tutte le sue iniziative per il ripristino in azienda della legalità.

Roma, 5 agosto 2005

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