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Caso Adn Kronos: “Lo sciopero non è un optional”

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“Lo sciopero sul contratto non è un optional”. Così David Sassoli, Presidente dell’Associazione Stampa Romana e Silvia Garambois Segretario, replicano al direttore dell’Adn Kronos Giuseppe Marra che ha sostenuto di voler portare il sindacato in tribunale, in quanto “lo sciopero è un diritto, non un dovere”.
“Lo sciopero sul contratto di lavoro – hanno dichiarato i vertici dell’ASR – è parte integrante della partecipazione e dell’iscrizione al sindacato unitario dei giornalisti. Scioperare è sì un diritto, così come non è obbligatorio essere iscritti ad un sindacato che ha deciso forme di lotta per rispondere alla rottura delle trattative con gli editori. Niente è obbligatorio nella vita, basta assumersene le responsabilità. La riuscita dello sciopero, la straordinaria mobilitazione dei giornalisti italiani dimostra quanto siano pretestuose le ragioni del direttore dell’Adn Kronos. La democrazia è un valore forte per il sindacato che si è dato delle regole a cui tutti gli iscritti devono attenersi”.

Roma, 4 ottobre 2005

Risposta del Direttore dell’Adn Kronos Giuseppe Marra:

«Non sono solito polemizzare con il colleghi del sindacato, che, vorrei ricordarlo, dovrebbero tutelare
anche i giornalisti che non la pensano come loro. Ma David Sassoli, Presidente dell’Associazione Stampa Romana, e Silvia Garambois, Segretario, mi costringono a farlo. E mi dispiace. Non intendo portare nessuno in Tribunale. E tanto meno degli esponenti sindacali della mia categoria. Ma non intendo neppure essere bruciato vivo da una sorta di Inquisizione sindacale per accuse tanto diffamanti quanto infondate».
Così l’editore e direttore dell’Adnkronos, Giuseppe Marra, replica alla nota del presidente e del segretario dell’Associazione Stampa Romana».
«A Paolo Serventi Longhi dimostrerò in tribunale le mie ragioni e contesterò i suoi gravi torti. Con le sue accuse ha toccato la mia onorabilità come giornalista e come editore. Con Sassoli e Garambois non credo per ora di dover arrivare a tanto, dal momento che, ignorando nella loro replica il punto forte della mia reazione (essermi avvalso “di personale esterno all’Azienda, collaboratori o altro, per rendere vani gli scioperi di categoria”), hanno ammesso implicitamente di aver sostenuto cosa non vera. E dunque non dimostrabile».
«Quanto all’affermazione che “niente è obbligatorio nella vita, basta assumersene le responsabilità”, rinvierei Sassoli e Garambois alla lettura dei Codici, specie di quello penale. Forse si convincerebbero che molti nostri comportamenti sono obbligatori, oltre che moralmente doverosi. Facoltativo è semmai il diritto di sciopero: non doveroso per chi, come il sottoscritto e molti altri colleghi, non condivide tempi e motivazioni di uno sciopero, vista soprattutto la crisi nella quale versa l’editoria. E dunque il numero di colleghi che
non trovano lavoro». «Infine, come editore ritengo che chi svolge un servizio pubblico delicato debba mantenere aperte non dico le porte dell’informazione, ma almeno qualche finestra, anche nei giorni di sciopero. Per questo l’AdnKronos e altre autorevoli fonti di informazione (scritta e visiva) hanno sempre lasciato, nell’interesse dei propri utenti e dei cittadini, degli spiragli all’informazione senza che il sindacato li abbia condannati per eresia».

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