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Black out dell’informazione: lo sciopero a Roma e nel Lazio ha avuto adesioni altissime. In aumento le testate “in silenzio” per rispondere all’attacco degli Editori.

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I giornalisti di Roma sono rimasti in silenzio per farsi sentire: siamo dovuti arrivare al black out dell’informazione per frenare il tentativo degli editori di smantellare le redazioni, colpire i diritti e la dignità del nostro lavoro. La partecipazione allo sciopero nel Lazio è stata altissima. Ancora più dell’ultima volta. Le notizie che ci arrivano dalle redazioni sono di adesioni che sfiorano il 90%: le edicole mercoledì 9 e giovedì 10 novembre erano quasi deserte, le radio e i telegiornali autorizzati hanno ripetuto soprattutto le ragioni dello sciopero nelle scarne finestre informative, non c’era la free-press in città, i siti on line si sono fermati, i telefonini non hanno fornito aggiornamenti, gli uffici stampa non hanno lavorato, anche i notiziari aziendali, la radio della metropolitana, la tv della pubblica amministrazione – per fare qualche esempio tra i tanti – erano muti.
L’Associazione Stampa Romana ringrazia tutti i colleghi che hanno aderito allo sciopero, dipendenti, precari, free lance, con sacrificio personale e professionale, soprattutto quelli che lavorano in testate dove i direttori hanno permesso l’uscita del giornale, nonostante gli appelli della Fnsi e il fermo richiamo dell’Ordine Nazionale e Regionale ai doveri di lealtà e solidarietà della categoria, previsti dalla legge.

Il braccio di ferro con gli editori in queste giornate di sciopero è stato durissimo: non soltanto pressioni personali e ricorso a lavoro precario, ma soprattutto tentativi inediti di arrivare alla serrata di alcune testate e intimidazioni attraverso annunciate azioni legali contro lo sciopero. Le redazioni hanno saputo respingere questi attacchi e reagire con fermezza, a tutela dei loro diritti e in difesa dei loro giornali.

La Giunta e il Consiglio Direttivo dell’Associazione Stampa Romana esamineranno nei prossimi giorni il quadro della situazione, per proseguire nelle azioni sindacali anche attraverso la denuncia degli abusi di alcuni editori e il deferimento ai Probi Viri del sindacato e all’Ordine del Lazio dei direttori che hanno portato i loro giornali in edicola boicottando lo sciopero.

Roma, 10 novembre 2005

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