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Carla Del Ponte e Antonio Cassese a Stampa Romana su Iraq e Milosevic.

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Nell’ultimo incontro del corso “Etica e Diritti”, Antonio Cassese e Carla Del Ponte hanno affrontato temi di giustizia internazionale. Pubblichiamo i resoconti d’agenzia.

“Slobodan Milosevic ”sa sfruttare molto bene il suo stato di salute” come strategia difensiva, ma ”l’importante e’ che si arrivi alla fine del processo” a suo carico. Ad affermarlo e’ Carla Del Ponte, procuratore del Tribunale penale internazionale dell’Aja per i crimini nell’ex Jugoslavia. Intervenendo a un convegno promosso dall’Associazione stampa romana su ”Giustizia e tribunali internazionali”, Del Ponte ha ricordato che il processo a Milosevic sta procedendo lentamente e ha subito interruzioni anche di due o tre settimane: sempre a causa delle sue condizioni di salute, ”siamo stati autorizzati a vederlo solo tre giorni a settimana per un totale di 15 ore”. Martedi’ prossimo la Corte dovra’ decidere se stralciare il processo sui crimini in Kosovo di cui l’ex presidente serbo e’ imputato da quelli commessi in Bosnia e in Croazia. Carla Del Ponte ha preannunciato che si opporra’ a una simile prospettiva. (ANSA).”

“Senza Radovan Karadzic e Ratko Mladic ”sara’ difficile terminare per il 2010”, come invece chiesto dall’Onu. Carla Del Ponte, procuratore del Tribunale penale internazionale (Tpi) per i crimini di guerra commessi nell’ex Jugoslavia, anticipa cosa dira’ il prossimo 15 dicembre al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, durante la relazione semestrale. Ci sono ancora sette latitanti da catturare, ma su tutti Karadzic e Mladic – rispettivamente il leader politico e militare dei serbi di Bosnia durante le guerra – devono essere assicurati alla giustizia perche’ accusati del crimine piu’ efferato: il massacro dei musulmani di Srebrenica. Dopo l’11 settembre 2001 -ha fatto notare Del Ponte nel corso di un convegno promosso dall’associazione stampa romana su ”Giustizia e tribunali internazionali”- le Nazioni Unite hanno dato priorita’ alla lotta al terrorismo internazionale, fissando al 2010 la data ultima all’attivita’ del Tpi. Con Fausto Pocar, neopresidente del Tpi, Carla Del Ponte sosterra’ il prossimo mese, dinanzi alle Nazioni Unite, che non e’ possibile concludere senza i due principali latitanti, e annuncia’ che dira’ ”quali paesi hanno cooperato e quali non hanno cooperato alla cattura di Mladic e Karadzic”. (ANSA)”

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Il processo contro Saddam Hussein “non sarà equo perché i presupposti non lasciano ben sperare”. A mostrare tutta la sua sfiducia sul processo contro l’ex dittatore iracheno è il professor Antonio Cassese, giurista internazionale e docente di diritto internazionale all’Università di Firenze ed esperto di diritto penale internazionale. “I giudici sono incompetenti”,ha spiegato Cassese nel corso di un convegno promosso dall’associazione stampa romana su “Giustizia e tribunali internazionali”, non si è voluto ricorrere “a tribunali misti con l’aiuto di giudici internazionali”. Cassese non ha dubbi: “E’ un processo politico. Sicuramente un’occasione mancata di un giusto ed equo processo sulla scia di quanto ci insegna l’esperienza del Tribunale internazionale per la ex Jugoslavia”. Il professore è convinto che siano i “vertici politici americani a voler controllare il processo”. Gli fa eco Carla Del Ponte, Procuratore del Tribunale Penale Internazionale per l’ex Jugoslavia, che amareggiata commenta: “Si tratta di una occasione mancata, perché Saddam non avrà un processo equo. Avrei preferito – ha aggiunto – che anche lui avesse avuto l’occasione di spiegare le sue ragioni, così come stiamo cercando di fare per il processo Milosevic”. (APCOM)

”Parlero’ di cooperazione e di non cooperazione”. Cosi’ il procuratore capo del Tribunale penale internazionale per i crimini di guerra nell’ex Jugoslavia, Carla del Ponte, sul contenuto della relazione semestrale che verra’ presentata il prossimo 15 dicembre al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, con riferimento alla cattura dei supericercati Ratko Mladic e Radovan Karadzic. Intervenendo ad un incontro promosso dall’Associazione stampa romana, la Del Ponte si e’ detta convinta che Mladic, ex comandante delle forze serbo-bosniache, si nasconda in Serbia, mentre Karadzic, ex leader dei serbi di Bosnia, potrebbe essere nella repubblica di Srpska o in Montenegro. La Del Ponte ha quindi accusato i governi di continuare ad ”ostacolare” la raccolta di prove e testimonianze contro gli imputati, denunciando, in particolare, come Belgrado neghi ”l’accesso agli archivi militari”. Per sbloccare questa situazione, ha aggiunto il procuratore, ”l’aiuto della comunita’ internazionale e’ importantissimo”, ”la Nato e l’Unione europea pongono a questi Paesi come condizione d’ingresso proprio la collaborazione con il tribunale”. (Adnkronos)

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