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Lutto a Stampa Romana: è morto Franco Scottoni

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Un grande cronista di giudiziaria che ha insegnato il mestiere a tanti giovani.
Sindacalista super partes, l’Associazione e gli Enti dei giornalisti lo designavano Presidente di seggio a tutte le elezioni per la sua capacità di essere coordinatore imparziale ed integerrimo, ruolo che ha sempre svolto con simpatia e grande umanità. Franco lascia un grande vuoto nella famiglia di Stampa Romana, il Consiglio Direttivo, il personale, i colleghi e gli amici di Stampa Romana lo ricordano con grande affetto e stima.

Pubblichiamo il ricordo dell’Unità e di Repubblica, giornali in cui Franco Scottoni ha lavorato tanti anni.

L’Unità:

“Addio a Franco Scottoni, maestro di «giudiziaria»

Anche Franco Scottoni è andato via. Aveva 78 anni ed era malato da
tempo. Per tutti gli amici, i compagni, i colleghi è immaginabile la tragedia
di Franco, costretto a letto dalla malattia. Lui, sempre in movimento
per cercare notizie o nelle varie attività sportive e sindacali della categoria
delle quali si era sempre occupato. Per i familiari, una sofferenza
immaginabile. Dopo l’andata in pensione non si era certo messo da
parte e non mancava mai alle elezioni dell’Ordine, agli incontri tra
giornalisti,
amici e colleghi.
Aveva lavorato dal 1968 al 1976 al nostro giornale, prima allo Sport e
poi come cronista giudiziario. In quest’ultimo lavoro era diventato davvero
un grande: non c’era notizia che non riuscisse a trovare negli uffici
della Procura della Repubblica, a Piazzale Clodio a Roma, nel corso
dei grandi processi, tra gli avvocati o gli imputati. La sua versione dei
fatti era sempre quella giusta e i colleghi lo sapevano e lo accoglievano
davvero a braccia aperte quando, in sala stampa, arrivava lui e cominciava
a raccontare. Sono ancora oggi memorabili le sue battute che
«recitava» con la solita voce rauca e la cicca all’angolo della bocca.
Più tardi, era passato a Repubblica e aveva continuato a cercare e a
trovare notizie fino al 1996. Insomma, come al solito, un grande cronista
giudiziario che non sbagliava mai un colpo. Eravamo tutti un po’
gelosi della sua capacita di legare con piccoli e grandi personaggi, sul
piano umano e personale.
Al figlio Riccardo, alla figlia Sonia e alla moglie Clara, un caro abbraccio
da tutti noi de l’Unità.”

La Repubblica:

E´ morto ieri a 78 anni

Addio Scottoni giornalista artigiano

ROMA – Il sigaro pendeva, sornione, da un lato del baffo. Senza inizio né fine, un mozzicone perenne. Un caffè, due caffè, tre caffè, e poi su e giù per i piani del palazzo di giustizia di Roma, il più grande d´Italia. «Il medico mi ha detto che devo fare moto, ma quanno me fermo qua», disse in romanesco un giorno entrando in sala stampa, alla fine del giro in procura. Sembrava affannato ma lo nascose, erano i suoi ultimi mesi a Repubblica prima della pensione, il cuore cominciava ad ammalarsi. Lo ha abbandonato ieri pomeriggio, quando ha smesso di battere. Franco Scottoni se ne è andato a settantotto anni, trentacinque di questi li ha vissuti nei giornali. I funerali si terranno domani mattina nella chiesa della Natività in via Gallia, a Roma.
Franco cominciò nel 1966 all´Unità, come cronista di sport. Dieci anni dopo, nei giorni della fondazione, arrivò a Repubblica, quella che allora si batteva sulla macchina da scrivere, veniva corretta col pennarello e composta sui banconi col piombo ancora caldo. Lui la conosceva bene la tipografia. Chiusa la prima edizione, ogni notte si fermava ad aggiornare il suo pezzo, a dare una mano agli altri per la ribattuta. Per il nostro giornale ha seguito i fatti giudiziari più importanti, dai processi sugli anni di piombo al caso Moro, alla strage di Ustica. «Dottò, allora si può scrivere che brancolate nel buio». Mai ossequioso con il potere e romano, romanissimo nell´ironia.
Si infiammava se parlava della sua Lazio, palpitava per il figlio Riccardo che, come lui, ha voluto fare il giornalista, gli tremava la voce se pronunciava il nome della figlia Sonia. Aveva un´altra passione, le doppiette. Ma amava gli animali e l´ambiente, per questo alla fine degli anni Sessanta fondò l´Arci- caccia.
A Roma Franco Scottoni ha formato generazioni di cronisti giudiziari. E a molti ancora oggi appare irripetibile quel disincanto con cui si avvicinava alle notizie. Poteva apparire cinico, in realtà era un romantico. «È una professione umile – diceva – fatta di privazione. Ci vuole freddezza, distacco, precisione. Non dimenticate, ragazzi».
(e.v.)

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