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Venerdì 31 presentazione di “Giornalisti abbiate coraggio”: il libro con i discorsi di Papa Wojityla sulla comunicazione curato da Stampa Romana con la Provincia di Roma

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Sono anni molto difficili per la libera informazione in Italia, giudicata con grande severità anche dagli osservatori internazionali. Le nostre battaglie per l’autonomia e il pluralismo hanno però trovato due grandi sostenitori: il Presidente della Repubblica Ciampi e Papa Giovanni Paolo II, scomparso proprio un anno fa. Papa Wojitila ha dedicato ogni anno i suoi messaggi sulla comunicazione ai diversi ambiti del nostro mestiere, sempre spronandoci a seguire la verità e ad essere al servizio dei nostri lettori e radiotelespettatori: sono questi 27 messaggi – quasi un’enciclica postuma – che abbiamo raccolto nel volume “Giornalisti, abbiate coraggio”, che sarà presentato venerdì 31 marzo nella Sala di Liegro di Palazzo Valentini (sede della Provincia di Roma) alle ore 11,30. La Provincia di Roma ha infatti voluto essere al nostro fianco in questo omaggio a Papa Giovanni Paolo II nel primo anniversario della morte.

Roma, 27 marzo 2006

Presentazione di Silvia Garambois

IL PAPA DELLE LIBERTÀ

“Giornalisti, abbiate coraggio”: stava molto male Papa Wojtila, erano le ultime settimane del suo calvario, quando un anno fa si era di nuovo rivolto a noi giornalisti. Ancora una volta ci spronava a riflettere: “Non abbiate paura delle nuove tecnologie; non abbiate paura dell’opposizione del mondo; non abbiate paura della vostra debolezza e inadeguatezza”. Nel suo lungo magistero molte volte si era pronunciato sulla libertà delle idee, a difesa dei media e del pubblico dei lettori e dei telespettatori, per “regole chiare e giuste” a “garanzia del pluralismo, della libertà, della partecipazione e del rispetto degli utenti”. Un Papa che dichiarava di leggere i giornali, guardare la tv, usare Internet, che faceva persino conferenze stampa. Un Papa che ci aveva voluto e saputo ascoltare quando ci eravamo rivolti anche a lui per difendere i valori di indipendenza del nostro mestiere. Era la fine del 2002, avevamo dedicato le celebrazioni per i 125 anni dell’Associazione Stampa Romana – il più antico sodalizio tra giornalisti – ai temi della libertà di stampa in Europa; in quei giorni gli portammo in dono simbolicamente un microfono d’oro, riconoscimento alla sua alta autorità morale, per il ruolo di grande comunicatore di libertà. E il Papa, cogliendo lo spirito con cui ci rivolgevamo a lui, ci rivolse un invito forte: “Siate al servizio della crescita delle persone e del progresso integrale della società”, con “un rinnovato impegno culturale e professionale, sempre più attento alle esigenze della verità e della giustizia”.

Oggi per noi pubblicare le sue riflessioni sull’informazione, i suoi messaggi che parlano anche alla società laica, è molto più che un omaggio: è il doveroso contributo di conoscenza per tutti quelli che hanno a cuore la libertà, il pluralismo e l’autonomia dell’informazione.

Presentazione di David Sassoli

MATERIALI PER UNA ENCICLICA POSTUMA

Un anno fa moriva Karol Wojtyla. Si chiudeva un pontificato che ha accompagnato un quarto di secolo, un tempo lunghissimo nella nostra storia. Un’epoca di passaggio che ha visto la fine di regimi potenti, l’emergere di nuove diseguaglianze ma anche la diffusione di strumenti straordinari. Anche la nostra vita quotidiana, d’altronde, è molto cambiata. Venticinque anni fa, per esempio, non c’erano i telefonini, non c’era Internet alla portata di tutti. Non c’era il digitale, con quella capacità di imprimere velocità alle nostre comunicazioni.

Venticinque anni fa il mondo era più grande e le distanze fra gli uomini erano maggiori. L’epoca attraversata da papa Wojtyla ha prodotto tecnologie in grado di far saltare modelli e punti di vista consolidati. Un caso per tutti, quello delle vecchie frontiere degli stati nazionali che oggi appaiono sempre più anacronistiche.

Per il “papa comunicatore” è stato naturale riflettere su questa mutazione genetica. Ecco perché quando abbiamo pensato a come ricordare Karol Wojtyla ci è venuto spontaneo riprendere i 27 discorsi per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Un appuntamento voluto dal Concilio che ha consentito a Giovanni Paolo II di sviluppare anno dopo anno una riflessione sui tanti aspetti della comunicazione: dall’identità del giornalista ai nuovi media, all’etica degli operatori e delle imprese, alla libertà della stampa, all’impegno per la giustizia sociale, alla pace, al diritto all’informazione. Sì, il diritto all’informazione, che il Decreto conciliare sui mezzi di comunicazione sociale indica come lo strumento in grado di suscitare la partecipazione dell’opinione pubblica e consentire agli uomini di scommettere sul proprio destino.

In questo volume abbiamo raccolto i discorsi di Giovanni Paolo II e li offriamo alla riflessione degli operatori dell’informazione. Si tratta di ventisette discorsi che a noi si presentano come i capitoli di una enciclica postuma: una enciclica sui media. Sarebbe stata la quindicesima.

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