Cerca
Close this search box.

Tavola rotonda su “Spioni e Spiati”. Usigrai:”riformare Ordine Giornalisti”. Stampa Romana:”molti elementi comprimono pluralismo”. Il Garante:”se un cittadino non è informato non è un cittadino”

Condividi questo articolo:

Roma, 24 luglio.
”Serve una riforma dell’ordine dei giornalisti, dobbiamo organizzare un tavolo con la politica e la magistratura per modificare la legge del ’63. Nel giornalismo servono regole nuove”.
E’ quanto dichiarato da Roberto Natale, segretario dell’Usigrai, intervenuto oggi all’incontro ”Spioni e spiati. La libertà d’informazione, i diritti delle persone, i rischi della democrazia”, tavola rotonda organizzata dall’Associazione Stampa Romana e Usigrai, in collaborazione con la Fnsi, che si è tenuta presso la sede della Stampa Estera a Roma.

”In questo incontro il nostro obiettivo è quello di discutere sulla libertà d’informazione, i diritti delle persone ed i rischi della democrazia – ha sottolineato Silvia Garambois, segretario dell’associazione Stampa Romana, aprendo la conferenza – i giornalisti da lungo tempo discutono della libertà di stampa perché ci sono molti elementi che comprimono il pluralismo dell’informazione”.

”Ci interessava dire – ha sottolineato il segretario dell’Usigrai – che non ci piace il clima che si sta respirando, ricordare che il giornalista è un ‘servitore’ della Costituzione e che le intercettazioni sono comunque servite a far luce su vicende che sono poi diventate ‘storia’. Dobbiamo rivendicare il valore positivo che le intercettazioni hanno avuto. In questa riflessione, non bisogna soffermarsi solo sulla questione della ‘legittimità penale’ quanto invece sull’essenzialità dell’informazione. E’ questo il nodo fondamentale perché i giornalisti avranno sempre la responsabilità di capire se un fatto è essenziale o meno”.

Alla conferenza sono intervenuti anche Francesco Pizzetti, presidente dell’Autorità garante della privacy, Massimo Brutti, vice presidente della commissione parlamentare di Controllo per i Servizi Segreti, Lorenzo Del Boca, presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Franco Siddi, presidente della Federazione Nazionale della Stampa, Bruno Tucci, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio e Guido Columba, presidente dell’Unione Nazionale Cronisti.

”La libertà di stampa è uno dei diritti più importanti espressi dalla nostra Costituzione. D’altronde se un cittadino non è informato non è un cittadino”. E’ quanto ha dichiarato Francesco Pizzetti, presidente dell’Autorità garante della privacy che, parlando delle intercettazioni, ha sottolineato ”come non va bene la censura, non va bene neanche la pubblicazione di tutto.
Bisogna fare delle valutazioni prima di pubblicare qualcosa. La notizia va pubblicata nel rispetto del terzo incolpevole, dei familiari, dei minori e, sempre, nel rispetto della dignità della persona”.

”Come autorità – ha aggiunto Pizzetti- chiediamo di non esser mai considerati come coloro che vogliono reprimere la stampa, ma siamo di fronte ad un fenomeno inquietante. Sembra che in questa società sia molto forte la voglia di sicurezza nelle cose materiali: quando viaggiamo in autostrada ci aspettiamo di trovare gard rail e piazzole di sosta, ma non si è posta la necessaria attenzione nel mettere in sicurezza i mezzi di comunicazione elettronici”.

”E’ necessario tracciare un confine ben preciso tra chi raccoglie le notizie per il pubblico e chi raccoglie informazioni per la sicurezza dello Stato”. Lo ha dichiarato Massimo Brutti, vice presidente della commissione parlamentare di Controllo per i Servizi Segreti sottolineando che ”sono attività che non possono confondersi. Per questo l’Intelligence dovrebbe disporre di un ufficio stampa che dia una ‘versione istituzionale’ dei fatti, non va bene che un funzionario che lavora con le ‘fonti aperte’ sia poi colui che deve parlare con i giornalisti”.

Sulle intercettazioni il vice presidente della Commissione Parlamentare di Controllo per i Servizi Segreti ha ricordato che ”le intercettazioni legittime sono quelle disposte dall’autorità giudiziaria, tutte le altre sono illegittime e con esse si configura un reato. Le intercettazioni sono uno strumento d’indagine fondamentale, ma bisogna tutelare in modo più rigoroso i diritti delle persone che vengono coinvolte”.

”Personalmente -ha aggiunto Brutti- sono contrario ad un ‘black out’ sulle indagine preliminari, ma è necessario prevedere la non divulgazione delle intercettazioni fino all’udienza preliminare, proprio per tutelare la privacy delle persone coinvolte, inoltre tutto quello che non rivela responsabilità penali non andrebbe divulgato”.

L’informazione, ha poi sottolineato Franco Siddi, presidente della Federazione nazionale della stampa, ”non è una merce qualsiasi. Bisogna pubblicare la verità, che sia di pubblico interesse con un criterio deontologico e buon senso”.

”Ricordando – gli ha fatto eco Guido Columba, presidente dell’Unione Nazionale Cronisti- che il diritto di cronaca appartiene ai cittadini ed il dovere di cronaca ai giornalisti. L’unica vera difesa del giornalista è la massima prudenza. Più che un intervento a valle sui giornalisti – ha concluso Siddi – vedo un intervento a monte sulle trascrizioni delle intercettazioni. Il testo ‘pulito’ delle intercettazioni può, anzi, deve essere pubblicato”.

”Pregherei i politici di venirci incontro per adeguare la legge del ’63”, ha affermato infine Bruno Tucci, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, ”è una legge molto vecchia che va assolutamente cambiata”. (ADNKRONOS)

——————————–

Roma, 24 luglio. ANSA – ”Sono contrario a sanzioni ai giornalisti, cosi’ si puo’ limitare la liberta’ di stampa”: lo ha detto il sen. Massimo Brutti, vice presidente della Commissione parlamentare di Controllo per i Servizi segreti, intervenendo al convegno ‘Spioni e spiati’, organizzato da Associazione Stampa Romana e Usigrai nella sede della Stampa Estera. Secondo Brutti, bisognerebbe ”limitare la divulgazione delle intercettazioni fino all’udienza preliminare”, perche’ ”questo puo’ tutelare la privacy delle persone coinvolte”. Brutti ritiene ”alcune intercettazioni irrilevanti ai fini dell’accertamento della responsabilita’ penale”, citando in particolare il caso della ”lettera d’amore” di Anna Falchi al marito Ricucci, ”un caso di violazione della privacy”, ha detto. Per Brutti ”lo strumento dell’intercettazione e’ previsto dal codice di procedura penale. Noi non siamo favorevoli a limitare l’ambito di applicazione di tale strumento. Occorre – ha aggiunto – tutelare in modo piu’ rigoroso i diritti delle persone coinvolte in vario modo nelle intercettazioni”. Brutti ha ricordato che ”il rapporto tra giornalisti e servizi segreti si e’ gia’ proposto in passato, nel periodo della strategia della tensione e con la P2. Ma ora dobbiamo tracciare un confine netto tra giornalisti e chi difende lo Stato, due attivita’ che non possono confondersi”. In ogni caso, ha sottolineato Brutti, ”tenere sotto controllo i giornalisti solo per legittime critiche nei confronti di uno o di un altro apparato, e’ contro la costituzione”

Il network