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Gli editori rifiutano il confronto. Calpestati i diritti del lavoro.Stato di agitazione della categoria.Assemblee nelle redazioni.

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E’ arrivato un nuovo secco “no” dagli editori: niente trattativa per il rinnovo del contratto. Un “no” sbattuto in faccia ai giornalisti ma anche, con una insolenza istituzionale senza precedenti, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che aveva dichiarato che “il rinnovo del contratto dei giornalisti è un diritto primario”; alla seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Franco Marini, che aveva invitato la Fieg a sedersi al tavolo delle trattative; al ministro del Lavoro, Cesare Damiano, che per ben tre volte ha convocato le parti per sentirsi ripetere “no” dalla Fieg.
La Fieg ripete motivazioni irricevibili per il suo diniego: un generico quanto incomprensibile timore di un futuro “privo di punti di riferimento”. Nel passato più recente, invece, la Fieg ha punti di riferimento certissimi: le aziende editrici italiane hanno chiuso i bilanci 2005 con un aumento secco della pubblicità del 3,5% e le maggiori aziende – i “falchi” della trattativa – hanno avuto utili da capogiro. Risultati ampiamente confermati nei bilanci di quest’anno.

Il sospetto è che gli editori vogliano presentarsi come un’avanguardia oltranzista delle posizioni di Confindustria per sfasciare il sistema delle relazioni industriali.

L’Associazione Stampa Romana appoggia la decisione della Fnsi di confermare tutti gli scioperi proclamati (il 24 e 25 ottobre si astengono dal lavoro i giornalisti di tv e radio nazionali), e lo stato di agitazione di tutta la categoria. L’Associazione Stampa Romana, invita da subito i Cdr a convocare assemblee in tutte le redazioni.

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