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Tredicesime decurtate per sciopero: il comunicato di Repubblica e del Gruppo Espresso che spiega le ragioni dello sciopero. Piena solidarietà di Stampa Romana contro le nuove provocazione Fieg

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Roma, 18 dicembre
La Fieg ha diffuso una circolare presso i suoi associati dando indicazioni per il “taglio” delle tredicesime. Una ennesima provocazione, un gesto inusitato da parte di un datore di lavoro pur in una situazione di conflitto sindacale. L’Associazione Stampa Romana esprime pieno appoggio ai colleghi del Gruppo Repubblica-L’Espresso-Finegil-Elemedia che hanno risposto con due giornate di sciopero immediato. Pubblichiamo il loro comunicato:

“Il Comitato di redazione di Repubblica e i comitati di redazione del Gruppo Espresso hanno scioperato e minacciano per la prossima settimana altre forme di lotta.
In un comunicato il Cdr di Repubblica spiega: “Non essere in edicola per due giorni consecutivi non è stata una scelta facile. Ma quel che è successo meritava una risposta dura, immediata, nettissima proporzionale alla gravità. Mai nella storia delle relazioni sindacali italiane, nemmeno durante le vertenze più aspre, le imprese avevano risposto agli scioperi dei propri dipendenti con una decurtazione della tredicesima. Lo ha fatto il Gruppo Espresso, in compagnia dell’editore Caltagirone, con un fronte degli editori spaccato su questo tema. Non è dunque un problema di soldi, ma un atto politico inqualificabile di sapore chiaramente intimidatorio. Una logica da padrone delle ferriere, applicata da un Gruppo che pretende di avere come ragione sociale la difesa dei diritti delle persone, della dignità del lavoro. Che ha un presidente che si professa liberal e vanta di avere la tessera numero uno del partito Democratico. Come si possono fare battaglie politiche e giornalistiche come quella sull’articolo 18 e poi dentro le mura di casa avere questi atteggiamenti di disprezzo nei confronti della redazione?I giornalisti di Repubblica sentono forte il disagio e l’indignazione. Non hanno più intenzione di veder sperperato un patrimonio di immagine costruito in decenni di impegno civile, democratico, professionale. Siamo sicuri che i lettori capiranno che la posta in gioco è seria. Abbiamo già dato mandato ai legali della Fnsi di valutare il merito dell’iniziativa presa dal nostro editore. Attendiamo un serio segnale di ripensamento, anche in relazione alla ormai irrinunciabile apertura di un tavolo di trattative per il contratto nazionale. La prevaricazione e i colpi bassi non portano da nessuna parte”.
(17 dicembre 2006)

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