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Appello ai senatori eletti nel Lazio su Ddl riforma editoria

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Vi accingete ad esaminare e votare una legge destinata ad affrontare, auspicabilmente a risolvere, molti degli aspetti della crisi epocale che investe il sistema dell’informazione, non solo nel nostro paese. A Roma e nel Lazio questa crisi, che è crisi di tecnologia, di occupazione, di investimenti, di regole, è avvertita in modo particolare.

Solo nel Lazio, infatti, coesistono tutti i settori del sistema e le loro difficoltà. Quelle della grande stampa quotidiana, con testate storiche arrivate ad un soffio dal fallimento. Quello della stampa di partito e politica, falcidiata dalla crisi del rapporto di fiducia con i lettori elettori e dalla chiusura, resa purtroppo per tanti versi moralmente indispensabile, delle fonti di finanziamento pubblico che la garantivano. Quello dell’emittenza privata nazionale e locale sia televisiva che radiofonica, con le sfide dei nuovi media da affrontare. Quello della televisione e della radio pubblica, in una fase delicatissima di riscrittura della governance e delle regole commerciali e di finanziamento.

Quello delle agenzie di stampa, cardine del sistema, alla vigilia di una riorganizzazione dolorosa per i livelli occupazionali. Quello del settore, amplissimo per la presenza della Capitale delle strutture politiche e amministrative dello Stato, degli uffici stampa in cui si fatica, incredibilmente, a far applicare le leggi dello stato medesimo.

Sono difficoltà spesso al limite dell’irrisolvibile che non riguardano solo i lavoratori del settore, ma anche la parte più dinamica e innovativa degli editori. Che riguardano la possibilità di esercitare il diritto/dovere di informare, messo già a rischio dalle intimidazioni, dall’uso spesso strumentale delle querele per diffamazione, dalle iniziative, più volte tentate e finora per fortuna respinte, di limitare i diritti di cronaca in materia di indagini giudiziarie. Che riguardano lo stesso ordinamento ordinistico della nostra professione, inchiodato ad una legge vecchia di oltre mezzo secolo. E che riguardano, direttamente, la vita democratica della vostra regione, anch’essa alle prese con il varo di una legge complessiva sulla informazione, e del Paese tutto. Senza risorse e regole nuove, senza un grande investimento collettivo sul futuro, l’informazione intesa come attività economica ma soprattutto come strumento di coscienza e conoscenza politica è a rischio sopravvivenza.

Non vorremmo dover sperimentare la verità contenuta in una frase vecchia quasi due secoli di un Presidente degli Stati Uniti d’America. “Un governo del popolo, senza un’informazione del popolo o senza i mezzi per acquisirla, è il prologo ad una farsa oppure ad una tragedia. Forse a tutte e due”.

Per ribadire tutto questo chiederemo, insieme all’Ordine dei giornalisti del Lazio, nelle prossime ore un incontro con il relatore della legge, senatore Roberto Cociancich e con la Presidente della Commissione parlamentare, senatrice Anna Finocchiaro.

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