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Legge sull’Editoria: il ddl sia occasione di sviluppo per digitale e occupazione

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Dopo gli emendamenti approvati dal Senato, la proposta di legge sull’Editoria – che oggi, 29 settembre, è di nuovo in discussione alla Camera – lascia aperte le questioni che vanno a incidere in modo sostanziale sul settore editoriale italiano e sul comparto lavorativo in grave crisi occupazionale ormai da anni. È questa, in sostanza, la posizione della Macroarea “Grande editoria”, che si riunisce per la seconda volta per esaminare le principali novità introdotte dal Senato.

Gli emendamenti riguardano essenzialmente l’inserimento della procedura per l’affidamento in concessione del servizio radiofonico, televisivo e multimediale e la previsione – pena la riduzione del contributo – di un tetto retributivo (facente riferimento al limite del trattamento economico del personale pubblico e delle società partecipate, ex L. 89/2014). La legge “di sistema”, che avrebbe dovuto rilanciare il digitale come strumento essenziale sia di produzione che di diffusione del lavoro giornalistico e, allo stesso tempo, ridurre al minimo il rischio di condotte fraudolente – senza peraltro penalizzare la libertà di iniziativa economica così specifica del settore e garantendo, al contrario, comportamenti rispettosi delle norme contrattuali degli editori nei confronti della manodopera giornalistica (redattori e collaboratori) – mantiene inalterate le gravi anomalie introdotte proprio dal disegno di riforma. Prima fra tutte la “previsione di limiti massimi al contributo erogabile (…) nella misura massima del 50% dei ricavi dell’impresa” (e non più dei costi).

Preso atto che, da un punto di vista della tecnica legislativa, la scelta sia stata da subito quella di affidare alle deleghe il “riempimento” di fatto della legge dell’editoria, la Macroarea ritiene centrale il ruolo del Sindacato – FNSI e Associazioni regionali – nel seguire e partecipare attivamente ed in qualunque sede alla stesura di dette deleghe, che permetteranno l’applicazione in concreto della normativa ed il rispetto sostanziale del pluralismo dell’informazione, principio ispiratore della legge stessa.

Il ruolo del sindacato dovrà essere centrale e incisivo nel disciplinare sia la materia dei contributi pubblici che quella dei prepensionamenti. La qualità della legge dell’Editoria, infatti, sarà dirimente nel determinare la qualità e il destino di altri due fondamentali passaggi per il futuro della categoria: la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale e la nuova riforma previdenziale elaborata dai vertici dell’Inpgi. Due passaggi che stanno attraversando una fase fortemente critica: la trattativa per il rinnovo contrattuale si è infatti aperta all’insegna di proposte della Federazione nazionale degli editori definite “irricevibili nella loro attuale formulazione” dagli stessi vertici della Fnsi, perché tendono ad abbassare tutele, garanzie e diritti persino dei contrattualizzati, invece di includere nel perimetro contrattuale, con pari diritti e dignità, chi ora ne è escluso. Mentre lo schema di riforma elaborato dall’Inpgi, caratterizzato dall’innalzamento dei requisiti previdenziali, da ulteriori e pesanti interventi sulla contribuzione e sulle prestazioni pensionistiche e assistenziali, rischia di ingessare ancora di più il mercato occupazionale penalizzando i colleghi più giovani, oltre ovviamente a quelli che si apprestano a lasciare il lavoro dopo decenni di attività professionale. Positivo, in tal senso, il documento approvato all’unanimità il 26 settembre scorso dal Direttivo dell’Associazione Stampa Romana, in cui si esprime forte insoddisfazione per i metodi adottati dal Cda dell’Istituto e si chiede di differire l’approvazione della riforma, aprendo un dibattito quanto più partecipato sui contenuti della stessa.

Alla luce di tale quadro generale e in previsione delle importanti e ormai imminenti scadenze di approvazione del testo legislativo sull’Editoria, è intenzione della Macroarea Grande Editoria invitare alla prossima riunione un rappresentante della Fnsi che possa, rispetto alla legge in oggetto, collaborare a questo tavolo di studio istituito presso l’Associazione Stampa Romana.

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