ASR: due o tre cose che so di Sky e della grande emittenza tv

Sappiamo che Sky è una protagonista del sistema mediale internazionale. Sappiamo che Sky fa utili. Sappiamo che Sky vuole delocalizzare al Nord.

Certamente saranno benvenuti al Nord, come sostiene il sindaco di Milano Sala che per aggiunta vorrebbe trasferirci un pezzo di Rai.

Ma il punto è proprio questo.
Roma vuole perdere pezzi dell’unico settore dell’editoria economicamente sano? La grande capitale dell’ict e dell’informazione vuole un futuro di bassi costi per bassi salari per basso valore aggiunto? Roma pensa a un futuro di industria ad alta densità tecnologica (e social) o di servizi a bassa intensità produttiva?

Appoggiare nella loro vertenza i giornalisti e tutti i lavoratori di Sky non solo è un segnale fondamentale per la salvezza della sede di via Salaria (non ci sono solo trasferimenti sul piatto ma anche esuberi) ma per il futuro di tutto il settore produttivo televisivo localizzato nella Capitale.

Sky che va a Milano fa il paio con il tg2 che doveva andare a Milano. Sky che va a Milano e l’indotto che viene smantellato possono essere la testa d’ariete di un progetto più vasto che potrebbe coinvolgere Mediaset il cui cuore batte a Cologno Monzese o La7 di Cairo, il cui editore potrebbe pensare a sinergie con il Corriere della Sera.
Fantapolitica editoriale? Forse.

Ma se Roma e le istituzioni vogliono regalare queste nostre ipotesi al regno dei sogni farebbero bene a non sottovalutare i segnali chiari di questi giorni, a leggere in fila i fatti. E a intervenire, a mobilitarsi, ad agire per tutti i lavoratori di Sky e per l’identità produttiva “alta” della Capitale.

Noi non possiamo tacere di fronte alle scelte editoriali dell’azienda. Facciamo un piccolo esempio: sarebbe stato più facile per mezzi, tecnici e giornalisti raggiungere i paesi sconvolti dal terremoto da Milano o da Roma? Oltre agli investimenti tecnologici Sky ha anche un adeguato piano editoriale?

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