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Avvisi di garanzia e intercettazioni, Fnsi: «Nessuno sogni nuovi bavagli alla stampa»

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«Nessuno pensi di risolvere i problemi della giustizia penale e della tutela del segreto istruttorio con l’introduzione di bavagli alla stampa. Il riaccendersi del dibattito, nelle ultime ore, su avvisi di garanzia e intercettazioni non può diventare un alibi per immaginare misure restrittive per i giornali e per i giornalisti. In un Paese che non riesce a risolvere il problema delle querele temerarie, sarebbe paradossale, oltre che inaccettabile. Chi, in queste ore, si sta esercitando pubblicamente a immaginare forme di limitazione del diritto di cronaca farebbe bene a desistere. Non tocca ai giornalisti mantenere il riserbo sulle notizie coperte da segreto istruttorio. Se si vuole evitare la fuga di notizie, bisogna agire su chi, per dovere d’ufficio oltre che per legge, è obbligato a non rivelare le notizie coperte da segreto. Ogni azione diretta a limitare il diritto di cronaca o a colpire i giornalisti è destinata a cadere nel nulla. I giornalisti, come ricordano le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, hanno il dovere di pubblicare le notizie di cui vengono in possesso, anche se coperte da segreto, ogni qualvolta esiste una rilevanza pubblica delle stesse perché è diritto dei cittadini esserne correttamente informati».

Lo affermano, in una nota, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della FNSI.

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