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ASR su decreti riforma editoria. Passaggi positivi da parte del Governo

Editoria

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Era un passo molto atteso dagli operatori del nostro settore.

Se era importante, pur con tutte le obiezioni del caso, metter mano alle regole sui prepensionamenti e sulle relative liste d’attesa, c’era tutta una partita da giocare e da definire in ordine ai contributi alle imprese editoriali.

Dal fondo per il pluralismo e l’innovazione dovrebbero arrivare un centinaio di milioni di euro al servizio delle voci informative più piccole, non legate a società quotate in borsa, ma radicate nelle comunità locali, e al servizio della piccola emittenza radiotelevisiva.

I provvedimenti sono due: il decreto legislativo per editoria cooperativa e plurale, un regolamento per la piccola emittenza radiotelevisiva.

I tetti, inseriti nel decreto legislativo, approvato in esame preliminare, restano quelli stabiliti dalla nuova legge sull’editoria, il rimborso del 50% dei costi, con versamento in due rate dei contributi, ma si riafferma in modo ancora più forte la scelta di concedere i contributi a chi fa e rispetta contratti di lavoro giornalistici, con un occhio di riguardo a chi assume colleghi con meno di 35 anni.

L’innovazione digitale sarà uno degli elementi centrali nell’erogazione del danaro pubblico.

Il link per il testo

Con un regolamento si affronta il sostegno alla piccola emittenza radiotelevisiva.
Si premiano le aziende che fanno giornalismo e non quelle che vivono di televendite. Si premiano le aziende che siglano e rispettano i contratti di lavoro giornalistici e usano tecnologie innovative. Il ministero dello sviluppo economico elaborerà una graduatoria unica nazionale. Le risorse saranno assegnate per l’85% alle tv locali, per la parte restante alle radio locali.

Il link per il comunicato stampa

Segreteria Associazione Stampa Romana

 

Di seguito il comunicato della FNSI

Decreti riforma editoria, Fnsi: «Bene riconoscimento centralità del lavoro»

«I decreti attuativi della legge di riforma dell’editoria relativi ai contributi alle testate edite da cooperative giornalistiche e alle emittenti radiotelevisive locali rappresentano un altro passo verso la regolamentazione generale del settore. Appare rilevante la centralità riconosciuta al lavoro giornalistico e l’obbligo per tutte le imprese editoriali che aspirano al riconoscimento di contributi pubblici di rispettare gli obblighi derivanti dai contratti collettivi nazionali di settore, a cominciare da quello di pagare regolarmente le retribuzioni, così come auspicato dal sindacato dei giornalisti. La messa a punto di norme certe e rigorose per definire l’accesso ai contributi e la relativa liquidazione va nella direzione del rafforzamento del pluralismo dell’informazione, soprattutto in ambito locale. Il passo successivo dovrà essere l’approvazione di un complesso di norme di contrasto al precariato giornalistico e al lavoro senza diritti e senza tutele che, soprattutto in realtà che beneficiano degli aiuti statali, vanno perseguiti e sanzionati anche con la revoca dei contributi».

Lo affermano, in una nota, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della FNSI.

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