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Direttivo ASR: Un salto nel buio il bando europeo sulle agenzie. Ci vuole una legge di sistema

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Potremmo stigmatizzare il comportamento del Ministro Lotti che non ha dato seguito alla richiesta unitaria dei giornalisti delle agenzie e della FNSI di rivedere la decisione di regolamentare il settore con gara europea.

Potremmo indignarci per non aver voluto il Ministro aprire un tavolo reale di consultazione con i comitati di redazione e scegliere la strada di una legge di sistema.

Potremmo denunciare il tentativo, riuscito da parte di Lotti, di svuotare uno sciopero compatto e unitario di settore, mettendo aziende e colleghi di fronte al fatto compiuto con la pubblicazione del bando di gara.

Stiamo ai fatti.

Il bando ormai c’è e secondo il Ministro darà struttura al settore oggi frammentato e rispetterà i livelli occupazionali.

Tutto vero. Basta intendersi sul senso delle parole.

La struttura al settore delle agenzie di stampa sarà data da un bando della durata temporale di sei mesi? È’ vero che può essere rinnovata l’aggiudicazione per trenta, ma sei mesi non sono pochini per dare certezze al settore? E soprattutto questa durata così corta non nasconde la paura dei ricorsi alla magistratura amministrativa? Insomma si vuole vedere l’effetto che fanno le nuove regole? Cosa accadrà se il sistema dovesse impallarsi di fronte a ricorsi e controricorsi al tar? Le aziende editoriali scaricheranno tutto sui lavoratori? Perché il Governo non ha valutato questi scenari, rifiutando così la responsabilità di essere l’attore primario del sistema delle agenzie?

I lotti sono dieci quasi quanto gli attuali attori del sistema. Dov’è la semplificazione?

Spostiamoci sui livelli occupazionali. I requisiti per concorrere sui primi due lotti ricalcano il minimo di 50 articoli 1 richiesti dalle attuali regole. Ma come mai dal terzo al decimo lotto il requisito minimo scende a 30 articoli 1 ben al di sotto degli attuali livelli occupazionali? E come mai in entrambi i casi sono calcolati gli articoli 2, esclusi fino a ieri?

Inoltre come sono stati scelti i criteri legati a giorni lavorati, notizie prodotte ed ore di apertura? Perché questi criteri sono riferiti a un periodo di tre anni fa, precedenti all’entrata in vigore della direttiva Lotti?

Nulla possiamo dire ancora delle risorse economiche in campo. Un po’ perché l’aggiudicazione arriverà con il criterio del massimo ribasso, un po’ perché altro danaro arriverà dal bando del dipartimento affari esteri. Un nodo che sarà più chiaro tra qualche giorno.

Poi ci sarebbe da aprire una discussione seria su cosa intenda il dipartimento per l’editoria per lavoro di un’agenzia primaria nel momento in cui la tempestività dell’informazione sarà valutata su questa griglia di notizie:

1. Morte di David Bowie;
2. Eliminazione della Juve dalla Champions;
3. Vittoria del Leicester della Premier League;
4. Attentato di Nizza;
5. Terremoto in Centro Italia;
6. Vittoria di Bebe Vio;
7. Nobel a Bob Dylan;
8. Morte di Fidel Castro;
9. Avviso di garanzia all’ex assessora Muraro della giunta Raggi con dimissioni;
10. La mancata tornata referendaria sull’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.

Quanti di questi temi fotografano la capacità di produrre informazione di qualità delle agenzie? Dunque quale idea si ha del lavoro dei colleghi, 830 articoli 1 e centinaia e centinaia di collaboratori?

Di fronte a questi legittimi e doverosi dubbi ribadiamo la strada maestra, ignorata dal governo, ancora più necessaria: una legge di sistema per le agenzie di informazione primaria sulla quale Stampa Romana con la FNSI si assumerà la responsabilità di avviare un dibattito pubblico con tutti gli attori del comparto.

 

Approvato all’unanimità dal Consiglio direttivo dell’Associazione stampa romana

 

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