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I giornalisti di Metro restano in stato di agitazione

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A pochi mesi dall’entrata in vigore di un accordo durissimo di cassa integrazione al 50%, infatti, l’Editore ha comunicato che prossimamente cambierà il calendario delle uscite del giornale, una “rivoluzione” che non faceva parte dell’accordo di solidarietà dello scorso dicembre e che rischia di avere un impatto grave sul lavoro di tutti.

Metro non uscirà più il lunedì, ma dal martedì al sabato, e la decisione, che già di per sé pare incomprensibile per un giornale di pendolari come il nostro, non è stata suffragata da dati, indagini di mercato, accurate previsioni di raccolta pubblicitaria.

Il reddito dei giornalisti sarà ulteriormente colpito e decurtato grazie all’abolizione delle maggiorazioni domenicali. Ma il timore maggiore dei giornalisti è che venga stravolta l’identità della testata che ha introdotto la free press in Italia 17 anni fa: alla modifica delle uscite si accompagnerà il drastico ridimensionamento degli spettacoli locali delle edizioni di Milano, Roma, Torino.

Che si tradurrà, temiamo, in un impoverimento dei contenuti del giornale e in un indebolimento delle capacità di attrarre risorse pubblicitarie.

Il Cdr e l’assemblea
dei giornalisti di Metro

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