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Perchè “comprare italiano” è meglio

economia digitale

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La struttura gerarchica dell’epoca feudale rivive oggi nella neo-rete vassalla dell’epoca digitale, a dispetto di qualsiasi Costituzione e Statuto dei Lavoratori.

La scena è questa. Da una sua postazione fissa o mobile, un giorno Mr.X apre un account su Youtube o Facebook o altra Comunità digitale e comincia gratuitamente “a caricare contenuti”. (In Italia esistono 50 milioni di account). L’algido server remoto del Social network accoglie i nuovi contenuti nell’infinito silenzio dei suoi terabytes, così come il feudatario accoglieva il lavoro anonimo dei servi della gleba attraverso la mediazione dei vassalli. Allo stesso modo in cui, in passato, il dominus considereva gli abitanti del suo territorio quali “posseduti” , oggi il nuovo “dominus” considera il neo-lavoratore digitale “un proprio utente”. In quanto tale, lo ingabbia nei suoi termini e condizioni d’uso, si appropria dei suoi diritti d’Autore e comincia a monitorare le sue attività e i suoi dati .

Quelli socioanagrafici e quelli relativi a scelte, gusti, relazioni privilegiate, le passa ai centri Ricerca dell’International Advertising Agency (cartello multinazionale dei pubblicitari operante sin dal 1938) e ai Servizi Segreti USA in ottemperanza al Patriot Act voluto da Bush Jr.. Mentre invece tiene per sé le informazioni (di quantità) fornite dal Counter.
Il Counter (questo sconosciuto) è uno dei più potenti strumenti del Dominus dell’epoca moderna. Uno strumento che gli consente di gestire a proprio favore la stagione feudataria digitale.

Il counter aggiorna i vassalli, ovvero i proprietari del Social network: “C’è un utente che “cresce !”. Cominciate gli inserimenti “leggeri” di pubblicità” . L’utente vede che nella sua pagina FB e/o nei suoi videoclips cominciamo a comparire inserzioni pubblicitarie. Sogna il miracolo del riconoscimento dell’“orto digitale” che crede di “possedere” . Ma non è un miracolo: è la Rete ! E’ la rete che lo ha “pescato”. In cambio : “ogni 1000 viewers”, secondo il famoso Cpt o CPM (cost–per–thousand o cost-per-mille), avrà un Compenso.

Fissiamo bene a mente questi 3 concetti : *viewers, cpt e compenso*. E’ la triade di riferimento di un pezzo importante della nuova economia digitale. E’ la triade che regola il Mercato del Lavoro e dei Consumi in Rete su scala globale.

La loro relazione è :
Compenso = cpt x n. migliaia di viewers, paragonabile alle vecchie equazioni : Salario = costo di un’ora lavoro x n. ore lavorate; o meglio ancora : Valore unitario x N. pezzi prodotti. Si capisce bene che Chi (e Come) fissa il valore del “cpt” determina il valore del mercato nei diversi territori e nei diversi rami del web.

Qui si danno 2 possibilità.
A) L’accettazione del valore del CpT è scontata tra Mr. X e la Concessionaria (quasi sempre Google o Facebook) che lo tiene in pugno. Mr. X non ha alcuna facoltà negoziale e si accontenta di ciò che gli viene offerto. Questo è ciò che accade.
B) Il “patto leonino” è escluso : il CpT è il costo per contattare 1000 viewers su un dato territorio del pianeta; un valore fissato dalle Autorità “a monte” di qualsiasi negoziato tra privati. Ovviamente l’ipotesi B) è “troppo onesta” per essere praticata. E’ un’ipotesi che darebbe certezze ai produttori di contenuti e pari dignità a ogni viewer potenziale acquirente di merci e servizi, valutandolo in relazione al Reddito Medio Pro Capite. Non se ne parla proprio !

Ed ecco quali sono gli effetti devastanti.

Effetto 1: siccome i viewers sono gli stessi Umani, con la stessa propensione al consumo e lo stesso potere di acquisto, sia che li raggiungi con la tv o con la stampa o con il web, il valore del CpT dovrebbe essere lo stesso che l’Inserzionista paga ai network tv o alla stampa. Invece è una frazione molto, molto minore ( da 1/10 a 1/100).
Effetto 2: Mr. X pensa di essere indipendente invece è uno sfruttato alla catena di organizzazione dei consumi e del consenso. Uno sfruttato, fra l’altro, privo di consapevolezza che tende ad autoschiavizzarsi e alimenta una perversa “ammirazione ” nei confronti dei suoi sfruttatori. Una Sindrome di Stoccolma Globale ?
Effetto 3 : l’intera industria dei Media soffre perchè se gli inserzionisti, grazie al web, possono raggiungere lettori/viewers a costi molto più bassi, perché mai dovrebbero continuare a pagare tanto di più per gli spazi sui Media tradizionali ? Ne conseguono chiusure di gloriose testate, licenziamenti e superfetazione di precari sottosalariati. E inoltre : ne consegue una progressiva sottomissione dei media tradizionali che, pur di sopravvivere, si pongono al servizio coatto del Neo Liberismo. Il Direttore Responsabile abdica a favore del Direttore Marketing.
Effetto 4 : A causa dell’inesistente potere di contrattazione – non ostante i milioni di viewers e talvolta l’ottimo lavoro svolto – ogni singolo Utente ( vedi ByoBlu) che genera Contenuti può essere fatto fuori immediatamente non appena la sua linea editoriale diventa “intollerabile” per il modello di vita, di consumo e sviluppo proposto e difeso dagli inserzionisti pubblicitari e dai loro maggiordomi-vassalli mascherati da Media, Agenzie Pubblicitarie o Social network.
Effetto 5 : i Grandi Social Network, che furbescamente rivendicano un ruolo diverso dagli Editori tradizionali, che pretendono di essere un porto franco in nome del “fair use”, muovendo sulla scacchiera fiscale globale, non pagano le tasse sui territori dove operano.

Uscire dal neo-feudalesimo si può. Ma la prima azione da fare è – utilizzando al massimo le esperienze della digital democracy – costituire il Sindacato degli Utenti che Generano Content (UGC) o Sindacato dei pro-sumers, affinchè al momento della contrattazione sul CpT, si faccia riferimento a valori e norme proposti e difesi da un soggetto collettivo e non da un singolo indifeso che si accosta attraverso un vassallo alla proprietà del suo “dominus”.
Le pratiche brevemente qui descritte hanno consentito e consentono una sollecitazione dei consumi perversamente orientata all’acquisto di merci e servizi multinazionali. Chi in Itaila non ha retto questo tipo di concorrenza è stato costretto a licenziare, a vendere, a fallire, a chiudere. Ma non basta . Purtroppo.

Stabiliamo ora dei collegamenti tra questa scena e le pratiche di e-commerce in corso. In Italia gli acquisti in Rete sono già considerati il 20-25% degli acquisti totali. In UK sono pari all’80% e la tendenza italiana è crescere e raggiungere quel valore in 10-15 anni. Le cifre in ballottaggio sono centinaia e centinaia di miliardi di Euro all’anno. Ovvero una dimensione economico-politica paragonabile al turn over delle Banche e del mondo della produzione . Che però resta in ombra nel dibattito politico.
I Giganti che dominano il mercato dell’E-commerce sono Amazon, eBay e AliBabà. Il ruolo di questi Giganti è :
1) sostituirsi sempre più DOVUNQUE, alla media e grande distribuzione di merci e servizi grazie anche ad una rete di consegne a sua volta in mano a giganti multinazionali ( DHL & Co.)
2) offrire ai consumatori solo ed esclusivamente merci e servizi prodotti da multinazionali in territori dove, fra l’altro, il costo del lavoro è il più basso possibile
3) evadere il fisco quanto più possono
4) inondare il mercato con prodotti superflui e inquinanti la cui unica “qualità” è il packaging. Eccetera, eccetera lungo una lista di diaboliche nefandezze.

Analizziamo in questa sede solo i punti 1) e 2). La realizzazione di tale sostituzione in progress su ogni territorio – ma parliamo dell’Italia – provoca la chiusura di piccoli e medi esercenti ad un ritmo IMPRESSIONANTE. Tale chiusura provoca a sua volta la chiusura delle aziende di trasportatori. L’effetto congiunto di queste chiusure provoca la chiusura delle piccole e medie industrie italiane che non sanno più nemmeno come trasportare le proprie merci ai punti vendita della loro tradizione .La vendita a KM Zero è interdetta da norme sanitarie scritte da lobbysti venduti alle Multinazionali .

Nota bene : è inutile sostenere la Produzione se non si progetta il sostegno anche alla Vendita di tale produzione. In Italia si stanziano fondi per il Lavoro, si litiga per anni sulle agevolazioni per le assunzioni e poi i Produttori sono abbandonati a loro stessi a (falsamente) COMPETERE nel MERCATO. Non esiste COMPETIZIONE se non esiste PROMOZIONE e PUBBLICITA’ . E’ come mandare alle Olimpiadi atleti che non mangiano o non dormono e farli COMPETERE con chi mangia e dorme bene.

Bisogna interrompere al più presto questo GENOCIDIO . Come ?
A) Costruendo una Società di e-commerce italiana a 24 carati. Una Società di interesse nazionale che abbia per scopi statutari quelli di vendere solo merci e servizi “made in Italy”.
B) Costruendo una rete di “Finestre di visibilità” sul web ( siti di Comitati e Associazioni, blogs, pagine FB, Youtubers, etc…) che , grazie ad un coordinamento, accettano di posizionare banners nelle loro “finestre” al fine di “promuovere e veicolare” verso l’acquisto di merci e servizi solo ed esclusivamente ” Made in Italy” . In progress si può fare ” Made in Latin Countries” e poi (forse) “Made in Europe. Io credo che la rete iniziale di finestre di visibilità POSSA e DEBBA ESSERE quella dei Comitati Territoriali e delle migliaia di Associazioni che si rinvengono nell’area “Attuare la Costituzione”. A questa rete, in progress si dovrebbero aggiungere TUTTI i web activists italiani. Non è PROTEZIONISMO. E’ un progetto di Unità e Resistenza Nazionale che : non costa molto mettere in piedi; si autoremunera in modo fantastico; rilancia e sostiene ogni piccolo e medio produttore italiano il quale, se aderisce , ricomincia a vendere , assume lavoratori; dà compattezza e dignità alla rete dei web activists di “Attuare” ( e italiani in genere) che verrebbero remunerati in percentuale sul valore lordo degli acquisti che hanno veicolato.
Global from Italy

 

Glauco Benigni

Il network