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Consiglio regionale del Lazio: ennesima fumata nera per il profilo dell’addetto stampa

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Si è concluso con un nulla di fatto l’incontro tra Associazione stampa romana e l’Amministrazione del Consiglio regionale del Lazio che si è svolto ieri, per la definizione del nuovo profilo professionale degli addetti stampa giornalisti in servizio nell’ufficio stampa istituzionale.

Ancora una volta l’Amministrazione si è dimostrata sorda alle richieste del sindacato dei giornalisti, negando quanto sancito da un giudice del lavoro con una sentenza confermata in appello, che riconosce agli addetti stampa del Consiglio un trattamento economico superiore a quello che invece è applicato da un decennio.

A conclusione della riunione, l’Amministrazione ha confermato il profilo professionale con le modifiche non sostanziali di cui al verbale di mancata concertazione del 13/12/2016. L’Asr ha ribadito la non adesione alla proposta, in quanto manca l’accoglimento dell’inquadramento del personale giornalistico presente nell’ufficio stampa dalla posizione economica D1 alla posizione economica D3.

Nel corso dell’incontro, l’Asr ha ribadito che la via maestra resta sempre l’applicazione del contratto giornalistico e ha poi ripercorso le tappe che hanno contrassegnato il percorso degli addetti stampa del Consiglio, dal concorso del 2004 ad oggi:

– a differenza dei partecipanti agli altri concorsi indetti nel 2004 che sono stati assunti nel 2005, gli addetti stampa sono stati assunti, con forte ritardo, nel 2007;

– a causa di tale ritardo gli addetti stampa non hanno potuto partecipare, perché non avevano un’anzianità tale da permetterglielo, alle progressioni economiche che si sono svolte nel 2009, di cui hanno però beneficiato tutti i dipendenti della stessa categoria d’ingresso entrati con gli altri concorsi del 2004;

– lo scorso ottobre l’Amministrazione ha determinato una iniqua discriminazione all’interno dell’ufficio stampa istituzionale, dimezzando il numero delle cosiddette posizioni organizzative, con il risultato che colleghi che svolgono esattamente lo stesso lavoro si trovano a percepire retribuzioni diverse;

– per sopperire a tale incomprensibile taglio delle posizioni organizzative, era stata ventilata l’attribuzione all’ufficio stampa delle cosiddette “specifiche responsabilità”, addirittura a rotazione, un’altra trovata prevista dal contratto decentrato integrativo, sottoscritto dalle sole sigle sindacali Cisl, Uil e Diccap: ciò a tutt’oggi non è avvenuto.

In merito alle selezioni interne per le imminenti progressioni orizzontali, Stampa romana manifesta nuovamente le proprie perplessità sui criteri di selezione, che mal si attagliano al lavoro giornalistico, e contesta la legittimità del giudizio da parte di un non giornalista, sul lavoro giornalistico svolto da giornalisti.

A tal proposito, Stampa romana si attiverà nelle sedi che riterrà più opportune, per la tutela degli interessi morali e materiali dei colleghi e per la difesa del titolo di giornalista.

Lazzaro Pappagallo
Segretario ASR

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