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La Asl Roma 6 ritiri il bando per addetto stampa

ufficio stampa

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Due bandi in un’unica soluzione (interno ed esterno) pubblicati in tutta fretta in seguito alla diffida di Stampa Romana che ha stoppato la solita acquisizione di professionalità per chiamata diretta. Una fretta che non si concilia con gli atti precedenti che hanno portato l’Azienda a rimanere senza questa determinante figura professionale per quasi due mesi.

A voler entrare un po’ più in dettaglio: una contestuale selezione (interna ed esterna) quasi a dare per scontato l’esito negativo della prima; le procedure adottate “inventate” sul momento; i requisiti richiesti sono estranei a quelli previsti dalla legge 150/2000 (solo iscrizione all’Ordine dei Giornalisti, in uno dei due albi: professionisti e pubblicisti); sotteso anche il livello attualmente ricoperto dal dipendente che volesse partecipare all’interpello.

Il bando pubblico poi è palesemente un artificio per nascondere una finta partita Iva ed è contrario anche alle disposizioni poste a tutela dei lavoratori con compensi adeguati al livello di impegno richiesto.

Per uscire da questo minestrone ormai indigesto l’Associazione Stampa Romana ha chiesto a mezzo Pec la revoca in autotutela di entrambi i bandi e di riemettere un nuovo interpello secondo le norme di legge per l’individuazione di una risorsa interna all’Azienda, secondo i dettami della Legge 150/2000.

Anche la costituzione della Commissione d’esame deve tener conto della particolare figura professionale che deve essere esaminata da esperti della materia.

I criteri di selezione non possono essere solo discrezionali.

L’eventuale bando pubblico successivo alla prima ricognizione deve essere perentoriamente redatto nel rispetto delle leggi vigenti, non solo la 150/2000, ma anche la normativa relativa alla gestione dei rapporti di lavoro che non possono essere camuffati.

Renata Palma
(Presidente Consulta Uffici Stampa ASR)

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