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Le ragioni di Minniti e quelle dei cronisti

centro di coordinamento per la libertà d'informazione

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Abbiamo apprezzato due passaggi estremamente chiari dell’intervento in Fnsi del Ministro degli Interni Marco Minniti.

Non poteva restare impunita l’aggressione squadrista avvenuta a Ostia. Non si può lavorare di sola denuncia.

Il Centro di Coordinamento per la libertà di informazione può essere il luogo alto, istituzionale ma anche concreto e fisico in cui far confluire gli SOS in arrivo dai territori, in cui spegnere la solitudine dei colleghi minacciati, in cui elaborare politiche di prevenzione per evitare che le minacce ai cronisti diventino una minaccia per la democrazia.

Su un’altra cosa ha ragione il ministro: senza una stampa libera, senza inchieste coraggiose la qualità della nostra democrazia si sfarina e perde consistenza.

Non possiamo fare a meno di notare ed è una delle ragioni per cui saremo alle 17 in piazza ad Ostia che l’aggressione ai cronisti di Nemo è avvenuta perché erano stati posti interrogativi che riguardavano le scelte politiche sulla guida del Municipio del litorale romano. E che queste domande arrivavano all’indomani di un primo turno elettorale in cui aveva votato 1 avente diritto su 3. Un dato che è una sconfitta per la partecipazione dei cittadini e per la democrazia.

Stampa Romana rivendica con forza di avere rilanciato gli allarmi che arrivavano e arrivano dalla Capitale e dalle province. Da cinque anni il Lazio è la regione che sviluppa il 40% di minacce, aggressioni, querele temerarie dell’intero paese. Abbiamo chiesto quest’ estate incontri ai Prefetti perché non erano più casi isolati, mele marce, episodi. Erano e sono una questione di ordine pubblico e di democrazia. Che oggi il Ministro dell’Interno abbia colto l’essenza democratica della questione non può che farci piacere.

Esistono già elementi pratici che possono rendere lo strumento Centro di Coordinamento funzionale. Esistono a livello territoriale i comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica in cui possiamo, per la nostra parte, essere attivamente presenti. Ed esiste una proposta di hotspot, avanzata da Ossigeno per l’Informazione, una piattaforma pubblica per raccogliere, filtrare e diffondere tempestivamente informazioni verificate sulle violazioni che avvengono in Italia sul modello di quanto avviene nel Consiglio d’Europa. Questa idea è stata presentata meno di un mese fa al Presidente del Senato Grasso.

Resta aperto il fronte legislativo: carcere per diffamazione, figlio del codice Rocco, abuso di querele, nuove norme sulle intercettazioni. È particolarmente grave il fatto che anche in questa legislatura siano state bocciate le proposte, che pure sono state presentate in Parlamento, per la sanzione delle querele penali temerarie e le richieste di risarcimento milionarie contro i giornalisti. Si tratta dello strumento più potente per ridurre al silenzio i giornalisti e le testate giornalistiche, e che in Parlamento non si trovi una maggioranza per approvare una minima norma di garanzia getta un’ombra anche sul dialogo e sulle iniziative anche positive messe in campo di recente.

L’ultimo scorcio della legislatura segni una netta discontinuità rispetto al passato e una assunzione di responsabilità da parte di tutta la politica per allineare il nostro paese al resto dell’Europa.

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