Cerca
Close this search box.

Altre aggressioni ai giornalisti: le domande danno fastidio

Condividi questo articolo:

Ci sono limiti che non devono essere superati. L’emulazione è dietro l’angolo. La testata di Spada a Daniele Piervincenzi è stato certamente uno di quei momenti di frontiera, per la violenza del gesto e per la sua infinita riproposizione mediatica.

Non siamo così ingenui da pensare che si possa tornare indietro. Certamente non ci aspettavamo che a colpire con uno schiaffo Danilo Lupo, collega de Non è l’Arena, l’approfondimento de La7, fosse un giornalista ed ex parlamentare, già Presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Mario Landolfi.

Ha troppa esperienza Landolfi per non capire che il rischio emulativo è tanto più alto quando le aggressioni non si sviluppano in un contesto malavitoso.

Le scuse di Landolfi a Lupo sono solo un primo passo. Avvertiamo tutti della necessità di rispettare le regole del gioco, pena un imbarbarimento irrecuperabile del confronto democratico.

Così come riteniamo che il tema delle aggressioni ai giornalisti debba ricevere risposte adeguate e tempestive da chi a vari livelli gestisce l’ordine pubblico.

Anche ad Ostia, sul litorale romano, recuperare un sano confronto civile è certamente un obiettivo da raggiungere. Renato Papagni, presidente di Federbalneari, ne sa qualcosa. Qualche giorno fa il fratello Paolo ha ricordato di aver consigliato il silenzio a Federica Angeli per non cacciarsi in guai che la collega non poteva reggere.

Ieri il silenzio non è stato metaforico quando ha provato a far ingoiare un pezzo di carta relativo ai volumi in crescita del suo stabilimento balneare al collega di Report, Giorgio Mottola.

Le domande giuste hanno un peso specifico soprattutto in territori aggrediti dalla criminalità che attendono il doveroso rispetto della legge.

La solidarietà di Stampa Romana ai due colleghi.

Immagine di default

Il network