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Colleghe licenziate da Sky: un appello a Di Maio

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Gentile ministro,

la parola “licenziamento” evoca stati di crisi, difficoltà finanziarie e inevitabili chiusure di aziende. In questi casi spesso accade che il lavoratore, seppur a fatica, se ne faccia una ragione, arrivi ad accettarlo e provi a voltare pagina, sovente tra mille difficoltà. La stessa cosa non si può dire quando a licenziare è un’azienda florida, che macina utili, come Sky, un’azienda titolare di autorizzazioni e concessioni pubbliche pienamente in attivo.

A scriverle sono due donne, due delle tre giornaliste in procinto di essere licenziate, dopo molti anni di servizio, proprio dalla multinazionale Sky, un’azienda che lo scorso anno ha deciso di delocalizzare le sue attività. Ma il fatto che Sky licenzi, come ha già fatto nel 2017 mettendo nei guai decine di tecnici e amministrativi e le loro famiglie – azione riuscita probabilmente anche grazie alla compiacenza del governo Gentiloni – è una notizia che ormai non fa più notizia…

Si tratta di un licenziamento profondamente ingiusto. Lavoriamo in Sky dall’anno della sua nascita, il 2003. Aggiungi che sei anche mamma, hai superato i cinquanta, ti devi occupare di familiari non autosufficienti, allora diventi un bersaglio facile.

Facciamo appello a lei che sta muovendo i primi passi per ridare dignità ai lavoratori… ci aiuti affinché Sky non calpesti la nostra. Le chiediamo con forza di intervenire per aiutarci a bloccare i nostri licenziamenti.

Silvana Aversa
Antonella Cosimo

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