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Camping river: non si possono intimidire i giornalisti

Camping River

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Rilanciamo con forza l’allarme delle rete NoBavaglio. È fondamentale per giornalisti e fotografi avvicinarsi ai luoghi in cui si verificano eventi di interesse pubblico. La sicurezza delle forze di polizia non può essere un alibi per allontanare i cronisti impiccioni.

In situazioni così delicate come gli sgomberi di persone fragili è necessario che la stampa controlli per verificare che non ci siano abusi. Chiediamo al comandante dei vigili urbani Di Maggio di consentire lo svolgimento del nostro lavoro e di non ostacolare la libera informazione.

Lazzaro Pappagallo
Segretario ASR

VIETATO FOTOGRAFARE GLI SGOMBERI A ROMA

Non solo bavagli ma ora c’è anche chi vuole bendare il diritto di cronaca. È successo nuovamente: ieri al Camping River la polizia municipale del Comune di Roma ha impedito a cronisti e fotoreporter di documentare lo sgombero delle famiglie rom che erano rientrate nel campeggio dove avevano vissuto per anni. Gli agenti hanno prima identificato e poi allontanato i giornalisti impedendo loro di lavorare e  di raccontare lo sgombero in corso  motivando il provvedimento per non meglio precisate ragioni di ordine pubblico. E rispondendo alle legittime proteste dei giornalisti hanno aggiunto che “avrebbero provveduto loro a dare le informazioni”.

Quanto è  successo è gravissimo perché colpisce il diritto e dovere di informare e di essere informati. Ed è ancora più grave perché è già accaduto in altre circostanze simili, in occasione di altri sgomberi.

Chiediamo l’intervento della Fnsi e dell’Ordine dei Giornalisti per difendere l’indipendenza e la qualità dell’informazione da condizionamenti e da simili forme di intimidazione.

Condividiamo l’allarme lanciato da alcuni colleghi: “Noi che lavoriamo per strada stiamo sempre più lontani dai fatti e spesso in redazione si aspettano le foto degli uffici stampa dei vari organi preposti. Se continua così stiamo peggio della Russia di Putin. Un conto è quando ci sono effettivi problemi di sicurezza ed un conto è quando mi tieni lontano oltre l’accettabile perché poi devi raccontare la tua versione di come è andata una cosa. Io credo che questo sia un problema per tutti noi che facciamo questo lavoro”.

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