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Cdr Askanews: risposta al sottosegretario Crimi

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Comunicato Cdr askanews di risposta al sottosegretario Crimi

Il sottosegretario all’Editoria Crimi parla di articolo falso, in merito a quanto pubblicato dal Giornale sulla situazione di askanews, ma è lui che dice il falso quando parla di “una pretesa di pagamento priva di ogni fondamento”.

Il sottosegretario sa benissimo, infatti, che il servizio è stato prestato e anche fruito dalla quasi totalità delle appendici dello Stato, fattispecie appurata da un’indagine interna condotta dalla stessa amministrazione pubblica. La richiesta di pagamento per il servizio prestato da askanews e dai suoi giornalisti che sono minacciati da 27 esuberi, dal concordato e non hanno ancora ricevuto lo stipendio di dicembre, è legittima. Lo dimostra anche la proposta fatta dallo stesso Dipartimento con un’offerta molto inferiore al valore del notiziario, ma che, di fatto, sancisce che i servizi sono stati resi e fruiti.

Prima di parlare di notizie false, il sottosegretario si informi. Il Cdr è pronto a un confronto aperto, pubblico e anche in streaming se serve, con il sottosegretario per chiarire perché questo mancato pagamento sta mettendo in ginocchio oltre 90 famiglie e senza tacere le responsabilità di nessuno, anche dell’editore Luigi Abete. Chi rischia non è il presidente di Bnl, che come scrive il Giornale “privatizza i profitti e condivide le perdite”, ma i giornalisti che ogni giorno lavorano contro le fake news.

Abbiamo lanciato un appello al governo 10 giorni fa, questa sarebbe la risposta? #saveaskanews

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Aggiornamento: Continua la vertenza dei giornalisti di Askanews contro il concordato preventivo, 27 esuberi e il mancato pagamento degli stipendi di dicembre.

Attraverso i nostri legali abbiamo chiesto di conoscere gli atti che riguardano il contenzioso tra l’azienda e il Dipartimento Editoria. I giornalisti, infatti, sono l’anello debole, la parte lesa di questa lotta, il vaso di coccio in mezzo a due vasi di ferro: penalizzati per aver avuto un milione in meno nella convenzione di Palazzo Chigi, con garanzie sulle tutele occupazionali quasi nulle da parte dello stesso Dipartimento e, per ultima, la beffa del mancato riconoscimento del pregresso per i servizi resi che peserà solo sulle spalle dei lavoratori.

Rinnoviamo la richiesta di incontro al premier Giuseppe Conte perché questa macchina infernale si fermi e la libertà di informazione non subisca un nuovo pesante colpo. #saveaskanews

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Oggi, per la prima volta nella sua storia, l’agenzia Askanews non ha coperto la conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio. I redattori, che hanno scelto di manifestare dalla sede dell’agenzia, di fronte al palazzo della Presidenza dove stava parlando Giuseppe Conte, lanciano un appello al premier affinché intervenga personalmente per sbloccare una situazione drammatica nata sotto il precedente governo e non risolta dall’attuale esecutivo.

Askanews è vittima di una gara pubblica anticoncorrenziale e opaca e attende ancora il pagamento da parte del Dipartimento dell’Editoria per i servizi forniti per quasi un anno: non chiediamo quindi sussidi ma semplicemente il saldo di quanto dovuto.

In questa situazione l’editore scarica su oltre 90 giornalisti il peso della crisi finanziaria dell’azienda ponendo i lavoratori di fronte all’avvio dell’iter del concordato preventivo, il blocco degli stipendi e 27 esuberi.

Conte intervenga convocando subito un tavolo con tutte le parti per arrivare ad una definizione della vicenda prima dell’incontro già fissato in Fieg l’8 gennaio per discutere degli esuberi dichiarati dall’azienda.

I giornalisti di Askanews rivolgono un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinché prenda in esame la situazione dell’agenzia e la pericolosa deriva in cui la testata sta ormai precipitando.

L’assemblea degli azionisti di Askanews ha deciso, lo scorso 24 dicembre, l’avvio dell’iter per accedere al concordato preventivo, accompagnandolo con la richiesta di 27 esuberi. Una decisione motivata con il mancato accordo con il Dipartimento per l’Editoria della Presidenza del Consiglio sul pagamento di quanto dovuto per servizi che Askanews ha fornito per 10 mesi.

I giornalisti di Askanews si rivolgono al Capo dello Stato perché certi di avere ascolto da chi in più di una occasione – l’ultima, per lo scambio di auguri di Natale con le alte cariche, dove parlò di “pluralismo nella libertà riconosciuta al mondo dell’informazione e alle molteplici voci che ne costituiscono espressione, da salvaguardare perché rappresentano un presidio irrinunciabile dello Stato democratico” – ha sottolineato l’importanza, riconosciuta dalla Costituzione, della libera informazione. Ed esortando più volte i protagonisti in campo ad essere attenti alle difficoltà che sta attraversando il mondo dell’editoria.

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