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Conferenza Stampa Equo compenso: 3 aprile presso la sede ASR

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EQUO COMPENSO SUBITO: NO AL LAVORO GRATUITO!

#iononlavorogratis è il motto con il quale Acta, Apiqua Cgil, Confprofessioni e vIVAce vogliono dire basta alla richiesta di lavoro gratuito!

Dopo il Consiglio di Stato lo certifica anche il Ministero dell’Economia e delle Finanze che, lo scorso 27 febbraio, ha emanato un avviso pubblico di manifestazione di interesse per incarichi di consulenza a titolo gratuito. Come se non bastasse l’avviso richiede un curriculum di primo livello, visto che chi sarà selezionato sarà chiamato a trattare “tematiche complesse”.

Come se in Italia il lavoro dei professionisti non valesse nulla e, in quanto tale, non dovesse essere pagato.
Forse il MEF “ignora” chela legge di bilancio 2018 aveva stabilito che le pubbliche amministrazioni devono garantire il principio dell’equo compenso in relazione alle prestazioni rese dai professionisti.
Il MEF non tiene in considerazione i valori sanciti dagli articoli 1, 3, 35 e 36 della Carta Costituzionale.

Ancora una volta lo Stato, come datore di lavoro, permette alla pubblica amministrazione di richiedere prestazioni gratuite per lavori che comportano responsabilità, costi e oneri professionali enormi. Come se non bastassero i ritardi dei pagamenti che i professionisti sono costantemente costretti a subire nei rapporti di lavoro con le P.A..
Purtroppo non si tratta di un caso isolato: ministeri, regioni, comuni, enti centrali e locali continuano ad affidare incarichi ed emanare bandi in cui il lavoro gratuito dei professionisti è la regola.

Mentre a parole si vuole garantire “lavoro” e “dignità”, nei fatti si promuove o avalla il lavoro non pagato, magari argomentando che “lavorare gratis comunque fa curriculum”. E poi ci si stupisce se i giovani cercano il proprio futuro altrove!
Soltanto un anno fa – all’indomani dell’approvazione della legge di bilancio 2018 – credevamo di aver risolto questo problema, credevamo che finalmente la politica avesse compreso che promuovere il lavoro gratuito significa calpestare i diritti. Purtroppo ci sbagliavamo.

Ora basta!

È il momento che il Governo e tutte le forze politiche in Parlamento diano risposte concrete ai milioni di professionisti che lavorano nel nostro Paese.

Per questo Acta, Apiqua Cgil, Confprofessioni e vIVAce chiedono:

1) che il MEF corregga immediatamente l’avviso pubblico del 27 febbraio prevedendo compensi proporzionali alla qualità e alla quantità delle prestazioni professionali richieste, conformemente alla legge;
2) che Governo e Parlamento si facciano promotori di iniziative per dare attuazione immediata alla norma sull’equo compenso introdotta dalla legge di bilancio 2018;
3) che, a tal fine, vengano tempestivamente definiti i criteri e i parametri di riferimento per la determinazione del valore delle prestazioni per TUTTI i professionisti di cui all’articolo 1 della legge 22 maggio 2017, n. 81, organizzati o meno in ordini e collegi.

 

DOVE E QUANDO

Mercoledì 3 aprile alle ore 12 presso la sede dell’Associazione Stampa Romana in Piazza della Torretta 36

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