Editoria: Informazione locale, tra crisi e democrazia. A convegno Anci, Fieg, Stampa Romana, Agcom e Ansa. ‘
‘Solo negli ultimi 10 anni – spiega il responsabile relazione esterne della Fieg, Arcangelo Iannace – i ricavi sono scesi del 53%, con danni a tutta la filiera e un -52% anche nella diffusione”.
di Daniela Giammusso/ANSA
Qual è il ruolo dell’informazione locale oggi? Come cambiano le sue figure professionali con l’avvento delle nuove piattaforme digital? Tra dati e nuove normative, se ne e’ parlato oggi al convegno ”Comunicare i Comuni, raccontare i territori”, organizzato da Anci, Ordine dei Giornalisti e Associazione Stampa Romana. Sul tavolo, un rapporto che vive su tre fronti: la Pubblica Amministrazione, l’Editoria e i lettori.
”Avere un pubblica amministrazione capace di dialogare e interloquire vuole dire fare un servizio per i cittadini”, esordisce Lazzaro Pappagallo, Segretario Associazione Stampa Romana. ”Comunicare i Comuni significa raccontare servizi e territorio ai cittadini stessi. Anche far innamorare del museo o della processione della mia citta”’, concorda il vicepresidente nazionale dell’Anci e primo cittadino di Chieti, Umberto Di Primio.
”Piu’ informazioni diamo alla stampa – dice – e piu’ i giornalisti saranno in grado di riportare la notizia per quella che e’. I cittadini vogliono un’informazione di servizio immediata, altrimenti vanno a cercarla da soli su altri siti”. Ma attenzione, ”mai cedere a qualche like in piu”’. Dall’altro lato della ”barricata”, i dati fotografano pero’ un settore che sta affrontando una gravissima crisi.
”Solo negli ultimi 10 anni – spiega il responsabile relazione esterne della Fieg, Arcangelo Iannace – i ricavi sono scesi del 53%, con danni a tutta la filiera e un -52% anche nella diffusione. I lettori invece sono diminuiti ‘solo’ del 20%, passando da 14 milioni e 300 mila a 11 milioni e 400 mila”. Da qui anche il protocollo Anci-Fieg per sostenere la rete di distribuzione locale e le edicole, perche’ diventino hub di servizi per la cittadinanza locale.
Anche i dati Agcom, conferma Adriana Lotti, raccontano ”un’informazione locale che soffre, ma una richiesta dei cittadini che resta elevata. La domanda media di quotidiani locali – dice – si attesta intorno all’86%, con picchi li’ dove esiste una specificita’ locale e linguistica.
La tv resta il mezzo privilegiato e in 14 regioni la Tgr e’ la principale fonte di informazione, ma in Emilia Romagna e Toscana si preferisce il quotidiano”. Ma al di la’ dei numeri, ”e’ attraverso le piccole e le grandi citta’, le periferie – commenta il direttore dell’ANSA, Luigi Contu citando le proteste di questi giorni a Torre Maura – che passa gran parte della tenuta del sistema democratico. Piu’ i cittadini si allontanano dalla politica e piu’ il governo dei territori e chi informa sono decisivi per mantenere una relazione di fiducia o quantomeno di dialogo con le persone.
E’ importante – prosegue – il locale per il locale, ma anche il locale per il nazionale, il locale per il mondo: e qui entra il ruolo dell’ANSA”, che dagli anni ’70 ha costruito il suo network ”unico” di giornalisti su territorio, dal piu’ piccolo comune alla grande citta’.