Un’azienda come la Rai, per irrobustire e conservare la propria missione di servizio pubblico, non può che rispettare le regole, incrementarle, darsene di nuove, quando occorre, e confrontarsi con la realtà esterna, per essere specchio dei tempi che chiedono anche una informazione digitale e social.
Rai non può dimenticare la missione di informare tutti i cittadini senza sprecare il denaro del canone.
Per questa ragione tutti gli avanzamenti di carriera devono essere tracciabili e giustificati.
Se si condivide questo assunto il ricorso al Job posting o a procedure ex articolo 6 fornite di adeguata motivazione ai comitati di redazione deve essere una costante: bisogna tenere nel debito conto i curricula, il rispetto dell’anzianità aziendale e di testata per selezionare al meglio chi ricopre incarichi di line, ancorando la valutazione a dati oggettivi
Tuttavia in Rai continuano vecchie e discutibilissime prassi.
Continuano la moltiplicazione degli incarichi apicali, le infornate di nomine a cdr appena eletto come nel caso del tg1, gli incarichi ad personam non giustificati dall’organizzazione delle testate.
Dove si fa servizio pubblico la trasparenza deve essere il valore fondante senza scorciatoie, senza che la politica o altre logiche invadano spazi redazionali, avendo ben presente che Rai esiste e fa informazione per i cittadini.
Segreteria Associazione Stampa Romana