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Crisi aziendali e tagli ai collaboratori. Il grado zero dell’editoria italiana

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Il nostro mondo è scosso da scioperi e da continui tagli alle paghe dei collaboratori.

Gli scioperi dell’Ansa e del Sole 24 ore dimostrano che la slavina della crisi non si è affatto assestata.

Il Covid è usato, a volte strumentalmente, per continuare una politica di riduzioni di organicI e tagli agli stipendi.
Proprio nel momento della esplosione della pandemia dove è stata più forte la presenza informativa di siti come quelli delle due testate le aziende chiedono di stringere ancora i bulloni.

La crisi Ansa deve consentire al governo di ripensare innanzitutto sul piano delle risorse le politiche per l’informazione primaria, mettendo mano alla riforma delle agenzie con la legge di sistema e dotando l’infrastruttura di interesse pubblico di risorse adeguate.

La redazione del Sole giustamente rivendica il ruolo di riferimento nell’informazione economico/finanziaria, suffragato dalle vendite e dal traffico sul sito.

A essere minacciati e già colpiti dai tagli sono soprattutto i collaboratori di entrambe le testate la cui stabilizzazione resta a volte una chimera.

In questo senso i recenti tagli ai compensi dei collaboratori del Messaggero, condannata dal cdr,  con tariffe inferiori ai 10 euro è l’ennesima azione di recupero di solidità finanziaria delle aziende a scapito dei più deboli e fragili della categoria. Una azione messa in campo in questi mesi in tutte le principali testate italiane.

Senza riaprire ragionamenti per altro sempre attuali sui compensi dei manager (ci fanno sorridere amaramente le lettere con cui nel principale quotidiano italiano si chiede ai collaboratori di tagliarsi la retribuzione perché i manager stanno facendo la loro parte in emergenza Covid) resta la assoluta necessità di procedere in tempi rapidi sull’equo compenso.

Oggi ci sono le condizioni sanitarie per riprendere il dossier alla Presidenza del Consiglio. È giusto e doveroso farlo anche perché i collaboratori continuano a essere i primi a essere schiacciati dalla crisi dell’editoria. E senza il loro lavoro siti giornali radio e tv non potrebbero produrre.

Segreteria Associazione Stampa Romana

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