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Libertà di informazione: Israele, polizia chiude stazione radio. I giornalisti, a rischio libertà di stampa

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Tel Aviv, 20 nov – Alcune decine fra i giornalisti piu´ rinomati di Israele sono accorsi oggi alla Cinemateca di Tel Aviv per partecipare a una riunione ´di emergenza´ in cui hanno denunciato che la liberta´ di espressione e´ in pericolo. Poche ore prima della manifestazione, la polizia di Gerusalemme ha peraltro provveduto a chiudere i microfoni a una stazione radio israelo-palestinese, Kol ha-Shalom, priva – sembra – dei necessari permessi. All´assemblea, annunciata gia´ la settimana scorsa, hanno aderito giornalisti sia della carta stampata che della televisione, di mass media privati e pubblici. Tutti uniti dalla medesima sensazione – ha spiegato Shalom Kital, un ex dirigente della televisione commerciale Canale 2 – che ´in Israele la liberta´ di comunicazione sia in pericolo´. ´´Avvertiamo un profondo senso di disagio´´ ha ammesso Razi Barkai, un giornalista della radio militare. A scuotere i giornalisti dall´apatia sono stati una serie di episodi recenti, da loro ritenuti allarmanti. Fra questi: la possibilita´ che una commissione parlamentare, rifiutandosi di concedere una proroga per la restituzione di debiti, provochi nei prossimi mesi la chiusura della televisione commerciale Canale 10, che in passato si e´ mostrata graffiante nei confronti del governo e del premier, Benyamin Netanyahu. Gia´ il mese scorso Canale 10 ha dovuto scusarsi con l´uomo di affari statunitense Sheldon Edelson per un servizio sulle sue attivita´ economiche, da lui giudicato lesivo. Edelson e´ l´editore del diffuso quotidiano gratuito Israel ha-Yom, vicino alle posizioni di Netanyahu. In questi giorni inoltre il parlamento si accinge a discutere una nuova legge sulla diffamazione, che prevede multe molto pesanti, a cui i giornali non potrebbero far fronte in quanto gia´ appesantiti da gravi difficolta´ economiche, dovute anche a un calo notevole delle inserzioni pubblicitarie. Il timore dei giornalisti che l´insieme delle pressioni politiche ed economiche li costringano ad assumere un atteggiamento sempre piu´ passivo ed ossequioso nei confronti del potere. ´´Io stesso non sono piu´ oggi quello di una volta´´, ha ammesso sul quotidiano Maariv nei giorni scorsi il suo principale pubblicista, Ben Caspit. (ansa)

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