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Cpo Stampa Romana: i trasferimenti sono discriminatori

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Otto trasferimenti a Torino dalla redazione romana de La Stampa entro il 3 marzo 2020.  Sei sono donne.

La decisione dei trasferimenti, presa dal direttore Maurizio Molinari in accordo con l’azienda (GEDI Gruppo Editoriale), è stata comunicata venerdì 14 febbraio 2020 alla redazione romana de La Stampa (composta da 22 professionali di cui otto giornaliste) nel corso dell’assemblea indetta nell’ambito della riorganizzazione del lavoro in vista della partenza del “progetto digitale web first” del quotidiano, fissata ai primi di marzo. In quello stesso venerdì 14 febbraio 2020, mentre in assemblea si comunicavano i trasferimenti delle sei giornaliste, si stabiliva il nuovo assetto del giornale promuovendo o confermando nelle posizioni di comando esclusivamente uomini. Sono uomini i due vice direttori, i cinque capi redattori e tutti capi servizio fatta esclusione del settore Spettacoli. 

Sei giornaliste trasferite su otto nomi individuati.Leve decisionali del giornale completamente in mano maschile.Siamo di fronte a una palese discriminazione di genere.Oltre alla violazione dell’art. 25 DL 198/2006, che chiaramente delinea e definisce i comportamenti discriminatori;- alla mancata comunicazione del provvedimento alle singole persone (in violazione del Contratto Nazionale); – alla mancanza di un confronto sulle problematiche personali e professionali delle singole persone (violazione dell’art.33 della Legge 104, per esempio);la Commissione Pari Opportunità di Stampa Romana tiene a sottolineare la marcata sfrontatezza di una testata che, mentre a parole si spaccia contro le discriminazioni di genere, di fatto le applica con l’ingiustificata decisione aziendale di trasferire sei colleghe su otto figure professionali individuate. 

Nelle lettere al Direttore, su La Stampa del 27 novembre 2018, Maurizio Molinari scriveva: “La salute di una nazione si misura dalla protezione dei diritti dei suoi cittadini, le donne sono la maggioranza dei cittadini della Repubblica italiana e dunque lederli significa indebolire la libertà di ognuno di noi”. E ancora: “Chi impedisce a una donna di studiare, avanzare nella professione, avere successo o comunque affermarsi in ciò che desidera condanna la comunità tutta a cui appartiene a restare prigioniera del buio del passato”. Ci spiace constatare che, nella pratica, siano rimaste solo belle parole. 

La Commissione Pari Opportunità di Stampa Romana esprime la convinta e determinata condanna della decisione della Gedi Gruppo editoriale e del direttore Molinari e si dice disponibile ad affiancare le colleghe per ogni azione vogliano adire.

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