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ASR e Slc-Cgil: Gentiloni intervenga sulle emittenze. Dissipi le nubi su Sky, Mediaset e Rai

grande emittenza

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Non è tempo di rinviare scelte strategiche per il nostro territorio.

Le fibrillazioni che si sono aperte nel settore della grande emittenza televisiva richiedono interventi, strategie e risposte comuni.

Stiamo parlando di aziende che rendono la nostra comunità più ricca e non più povera, più coesa e non più sfaldata, più rilevante per capacità e relazioni industriali.

Sky, con la pesante ristrutturazione annunciata dall’azienda, al di fuori di qualsiasi procedura di legge e in presenza di fatturato e ricavi in crescita, sta costruendo un precedente molto pericoloso per la nostra comunità.

Non si colgono le ragioni tecnico produttive di questa accelerazione e del trasferimento a Milano. Si colgono invece i numeri pesantissimi tra esuberi già certificati ed altri mascherati dal trasferimento al Nord e il conseguente impatto sul nostro tessuto economico, sulla vita dei lavoratori e delle loro famiglie.

L’appello alla Presidenza del Consiglio rilanciato dalla segretaria generale della Cgil Susanna Camusso è pienamente condivisibile.

Non è intenzione di queste rappresentanze sindacali innescare una querelle Roma-Milano. E’ invece richiesta ferma e comune capire con il Presidente Gentiloni quale sia l’investimento strategico che l’Italia intende fare sulle telecomunicazioni.

Vale per Sky. Vale per Mediaset. Vale per la Rai.

Su Mediaset registriamo la richiesta di tagli per più di cento milioni di euro. L’azienda, pur non aprendo la casella esuberi, non ha escluso in un prossimo futuro il trasferimento del tg5 a Milano, con tutto quello che questo significherebbe per la sede del Palatino e in piu’ in generale per la sua presenza nel nostro territorio.
In Rai la riduzione del canone a 90 euro toglie ossigeno all’azienda con una serie di incertezze sulle entrate.

E il 2017 è anno buono perchè dispari. Il 2018 con il conseguente esborso per i diritti sportivi con i Mondiali di calcio sarà per tutti i lavoratori dell’azienda di servizio pubblico ancora più precario sul piano dei conti. Il tutto senza che ci siano notizie sul fronte della convenzione di servizio pubblico, che rappresenta l’asse centrale per il settore dell’emittenza radiotelevisiva del nostro territorio, e non solo per una semplice questione di numeri.

Tacere questi problemi significa solo rimandare il momento in cui questi lacci strangoleranno definitivamente un settore che è stato ed è un perno dell’economia della Capitale.

Queste organizzazioni confermano la massima mobilitazione dei lavoratori e chiedono il pieno coinvolgimento di tutti gli attori, istituzionali e non, in campo.

Segreteria Associazione Stampa Romana
Segreteria Slc-Cgil Roma e Lazio

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