Fa male la chiusura di Omniroma. Fa male per una serie di ragioni. Su tutte scompare con la liquidazione un’agenzia di stampa nata per raccontare un territorio, quello romano e metropolitano, molto ricco di appuntamenti, notizie, resoconti dalle istituzioni, dai corpi sociali intermedi, dalle associazioni. Tutti hanno avuto in questi anni racconto, riconoscimento, espressione.
Un pluralismo informativo che ha sempre caratterizzato il lavoro di colleghi giovani, motivati e bravi.
E la formula di una presenza nelle aree metropolitane era ed è corretta. Non si sarebbe l’agenzia allargata fino a coprire Milano o Napoli e non sarebbe durata quindici anni, se l’esperimento non avesse avuto senso editoriale.
Ma le malattie gravi della nostra editoria di cui la liquidazione di questi giorni è solo epitome sono solo il frutto di una continua oscillazione nel conto economico, nella stabilità di impresa, nelle decisioni su cosa e come agire. Su questi tentennamenti e dubbi si sono abbattute diverse mannaie: esposizioni previdenziali, esposizioni fiscali e i bandi sulle agenzie negli enti locali, fotocopia di quello da noi molto contestato a livello centrale, che non hanno lasciato scampo a chi non aveva le carte in regola, anche per colpe lievissime.
Stampa Romana ha cercato di giocare un ruolo a garanzia e presidio dell’occupazione, per non far uscire di strada la macchina, per riportarla sui giusti binari.
Abbiamo denunciato con le fiduciarie di redazione e con l’Associazione Lombarda dei Giornalisti una situazione sempre più insostenibile per il mancato pagamento degli stipendi e abbiamo invitato la proprietà a non avere esitazioni se dall’altra parte c’erano compratori in grado di sostituire gomme un po’ logore. E questo avveniva mentre era in corso un ammortizzatore sociale come il contratto di solidarietà.
Spiace, e molto, constatare come gli ultimi passaggi – liquidazione, licenziamenti, dimissioni – descritti nel comunicato della fiduciaria, siano stati giocati in perfetta solitudine, come se Omniroma fosse un piccolo affare di famiglia, dal quale sono stati esclusi sindacato e parte dei colleghi.
Di queste cose vorremmo discutere anche con le istituzioni, Regione Lazio e Comune di Roma Capitale. Una discussione amara perché, nonostante avessimo sollecitato interventi, dovremmo raccontare le cose al passato. Una discussione necessaria perché dobbiamo capire quale sorte toccherà ai singoli lavoratori, con quali garanzie, in capo a quale società e con che tipo di contratto di lavoro.
Segreteria Associazione Stampa Romana
IL COMUNICATO SINDACALE
La società Ediroma, editrice delle testate Omniroma, Omnimilano e Omninapoli, è stata messa in liquidazione volontaria. Si avvia così la chiusura di un’esperienza editoriale lunga oltre 15 anni dopo aver imposto sacrifici ai giornalisti dipendenti e collaboratori, che hanno accettato di continuare a lavorare, con grande senso di responsabilità. Gli ultimi atti di Ediroma sono quindi stati quattro licenziamenti dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato della redazione di Omniroma, nessun rinnovo dei contratti a termine, l’ultimo, in capo alla redazione di Milano, è in scadenza il 31 luglio – mentre altri hanno intrapreso la strada delle dimissioni per giusta causa. Restano due dipendenti, una in maternità e uno in aspettativa, destinati ad un analogo epilogo.
A quanto si è appreso sarebbe in corso l’affidamento delle pubblicazioni ad altra Azienda che opererà come “Service” fino al termine della liquidazione di Ediroma. I collaboratori della redazione di Milano hanno già chiuso i loro rapporti e quindi, con la fine di luglio non saranno più presenti né dipendenti né collaboratori esterni della redazione pre-esistente. A Omniroma alcuni collaboratori hanno chiuso a loro volta il rapporto e altri stanno valutando o accordandosi, così come alcuni ex dipendenti, su nuove proposte di collaborazione.
Inutili i quasi due anni di sacrifici, con l’applicazione dei contratti di solidarietà. Ad oggi non risultano versati numerosi stipendi del 2018. Non sono stati chiariti, da parte di Ediroma o del liquidatore, tempi e modalità per il pagamento degli arretrati di dipendenti e collaboratori, nonché dei colleghi che negli ultimi anni si sono dimessi. Dopo le due giornate di sciopero dell’aprile scorso, la situazione non è migliorata, aggravata dall’impossibilità di partecipare a bandi pubblici per mancanza dei requisiti di regolarità contributiva, senza una guida, trascinata con aspettative per un domani che non si è mai realizzato e che ha bloccato qualsiasi altra iniziativa sindacale possibile, portando quindi alla chiusura di voci autorevoli del panorama italiano locale di Roma, Milano e Napoli. Con questo comunicato, il fiduciario di redazione esprime anche un forte e sentito ringraziamento a tutte le realtà politiche, sociali, Stampa Romana e Associazione lombarda dei giornalisti, nonché ai colleghi che privatamente o pubblicamente in questi mesi difficili ci sono stati vicini e manifestato solidarietà.