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E’ morta Cynthia D’Ulizia, direttrice di Radio Città Aperta, tenace e combattiva dirigente sindacale

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E’ morta Cynthia D’Ulizia. Direttrice di Radio Città Aperta, lascia un grande vuoto nel sindacato dei giornalisti, al quale ha dedicato per tanti anni passione, tenacia, rigore, preparazione. Cynthia avrebbe compiuto fra pochi mesi 52 anni: eppure sembrava così giovane – anche per quella sua figura agile, minuta – quando interveniva con tanto vigore, con rabbia quasi, a difendere le ragioni degli ultimi. Era diventata pubblicista nel ’92: una decisione maturata dopo anni di mestiere, per intervenire attivamente – all’Ordine dei Giornalisti come nel Sindacato – a favore di quella parte di categoria che, pur svolgendo a tempo pieno il lavoro giornalistico, non aveva riconosciuti appieno i propri diritti professionali. Insieme a Giorgio Bonelli e ad altri, aveva difeso per anni dei principi che sono finalmente stati accolti da tutta la categoria: se oggi i pubblicisti che vivono del mestiere di giornalista si possono iscrivere al Sindacato come “professionali”, se l’Ordine riconosce la possibilità ai free lance di diventare professionisti, se è garantita una previdenza ai collaboratori, con Inpgi 2, è merito di quelle battaglie.
Eppure Cynthia aveva deciso di restare pubblicista, di iscriversi ancora al sindacato come “collaboratore”: eletta consigliere nazionale della Fnsi al Congresso di Saint Vincent, membro di diritto del Consiglio direttivo dell’Associazione Stampa Romana (nel quale era già stata a lungo, anche come membro di Giunta), aveva ancora molto lavoro da fare per i diritti dei più deboli, soprattutto in un momento così delicato per la nostra professione, dove il precariato è diventato un modo di vita.

L’Associazione Stampa Romana, dove la notizia della sua scomparsa ha creato sconcerto e dolore, è vicina ai parenti, ai colleghi, agli amici e a tutti quelli che l’hanno conosciuta e apprezzata.

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