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Unità: lettera aperta del CDR ai colleghi

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Cari colleghi,l’inquietante episodio di Firenze, con il presidente del Consiglio a
brandire davanti ad una folla plaudente il giornale l’Unità indicandolo come
un nemico da combattere e da perseguire, è soltanto l’ultimo sconcertante
attacco a questo giornale e alla professionalità di chi vi lavora. Sempre
sabato a Firenze una persona che aveva accesso alla sala stampa identificata
la collega Marcella Ciarnelli come inviata dell’Unità l’ha così apostrofata:
«Non mi siedo accanto ad una persona che lavora all’Unità…». Frase che ha
stupito enormemente una giornalista austriaca presente.
Questo è il punto a cui siamo arrivati. La colpa dell’Unità e dei
giornalisti che vi lavorano è di aver fatto in questi anni fino in fondo il
proprio mestiere esercitando il diritto di critica e di cronaca, così come
previsto dall’articolo 21 della Costituzione. Ma contro questo collettivo
sono state mosse ripetutamente delle accuse dal presidente del Consiglio
solo per il fatto di esserci occupati di lui. A fronte di ciò riteniamo non
ci sia stata tutela adeguata da parte degli organismi della categoria. Così
come non c’è stato nulla quando in una trasmissione televisiva Giuliano
Ferrara ha definito l’Unità un giornale tecnicamente omicida; così come non
c’è stata un’azione a tutela degli organismi di categoria quando l’inviata
Marcella Ciarnelli ha dovuto fronteggiare accuse durissime del presidente
del consiglio, in diretta tv, nella conferenza stampa a fine 2005.
Ma l’ordine dei giornalisti ha, al contrario, deciso di convocare
rapidamente Natalia Lombardo e Furio Colombo «rei» di aver fatto cronaca e
critica nei confronti di Clemente Mimun e Bruno Vespa. Con una sproporzione
inaudita tra l’inerzia mostrata negli episodi in cui giornalisti dell’Unità
sono stati vittime di attacchi e la solerzia mostrata quando sono altri a
lamentarsi.
Ci rivolgiamo ai colleghi perché sentiamo intorno a noi un assordante
silenzio, tanto più inquietante quando l’attacco alla libertà d’informazione
viene da una delle più alte cariche dello stato.
Il Cdr dell’Unità

Il Segretario Generale della Federazione Nazionale Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato:

“E’ il momento di chiedere alle istituzioni e alle forze politiche di smetterla con reiterati attacchi alle opinioni e alle cronache dei giornalisti e degli organi di informazione. Se poi queste discutibili iniziative vengono condotte dal Capo del Governo della Repubblica che, addirittura, coinvolge l’Avvocatura dello Stato, allora la misura è ampiamente superata. Berlusconi utilizza la sua carica tentando di aprire un conflitto giudiziario, di tipo istituzionale, con “L’Unità”. Si tratta invece di un confronto politico nel quale un organo di stampa conduce, in piena autonomia e legittimamente, una dura polemica con il Presidente del Consiglio riferendo le notizie in suo possesso. Il Sindacato dei Giornalisti ha nei giorni scorsi espresso solidarietà ai colleghi del “Giornale”, come è noto di proprietà di familiari del Premier, accusati da esponenti della sinistra di aver pubblicato verbali di intercettazioni. Oggi esprimiamo solidarietà ai giornalisti dell’Unità contro le intimidazioni e le minacce. Sarebbe auspicabile che in questa brutta campagna elettorale, nella quale l’informazione viene utilizzata ai fini di parte, con una massiccia presenza nelle televisioni specie del leader del Governo, e con toni da rissa continua, si moderassero il linguaggio e le aggressività, evitando di mettere testate giornalistiche e molti colleghe e colleghi sul banco degli accusati”.

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