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Arrestati gli editori de Il Giornale D’Italia e .Com per truffa sui fondi per l’editoria: decine di posti di lavoro a rischio. La solidarietà del sindacato

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Roma, 11 maggio.

“La Fnsi e l’Associazione stampa romana esprimono piena solidarieta’ ai colleghi di .com e de Il Giornale d’Italia, che in queste ore stanno affrontando una difficilissima situazione. Nella mattinata di oggi, infatti, sono stati arrestati dalla Guardia di finanza, su ordine del magistrato, i vertici delle due societa’ editrici con l’accusa di truffa allo Stato nel settore delle provvidenze per l’editoria”. Fnsi e Asr, che hanno incontrato i rappresentanti sindacali delle due testate, seguono da vicino gli sviluppi della vicenda, in particolare al fine di tutelare le decine di posti di lavoro messi a repentaglio.

ANSA (CRO) – 11/05/2006 – 17.36.00

TRUFFA FONDI EDITORIA, EX DIRETTORE GIORNALE IN CARCERE/ANSA OPERAZIONE GUARDIA FINANZA, SOTTRATTI A STATO 14 MILIONI (ANSA) – ROMA, 11 mag – Una vera e propria associazione a delinquere, capeggiata dall’ ex direttore del ‘Giornale d’ Italia’, Massimo Bassoli, attualmente amministratore della societa’ editrice dello stesso quotidiano, che inventava false collaborazioni giornalistiche per ottenere contributi ‘gonfiati’ dalla legge sull’ editoria. Dal 2000 ad oggi sono stati cosi’ sottratti alle casse dello Stato ben 14 milioni di euro. A scoprire l’ organizzazione gli uomini del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, che all’ alba di oggi hanno arrestato 4 persone, tra le quali proprio Bassoli. Quella che la presidenza del Consiglio destina alle testate giornalistiche e’ una ‘torta’ di ben 600 milioni di euro l’ anno. Ma puo’ succedere che non tutti gli editori che presentano la domanda per i contributi siano in regola. E’ proprio il caso dei quattro arrestati oggi dai finanzieri: Bassoli, i suoi due stretti collaboratori, Umberto Lorenzini e Rocco De Filippis; arresti domiciliari, invece, per la moglie di Bassoli, Francesca Romana Dolazza, responsabile della societa’ editrice del giornale ‘Puntocom’. Il ‘Giornale d’ Italia’, di cui Bassoli e’ stato anche direttore fino al novembre scorso, riceveva ogni anno circa 2,5 milioni di euro dalla presidenza del Consiglio, in quanto organo del movimento politico ‘Pensionati uomini vivi’. L’ operazione, chiamata ‘Golden Press’, e’ stata coordinata dal pm di Roma Olga Capasso ed al momento, oltre agli arrestati, ci sono anche 12 indagati. Diversi i reati contestati: associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato, frode fiscale mediante emissione e annotazione di fatture per operazioni inesistenti, favoreggiamento, false comunicazioni sociali, falsita’ nelle relazioni delle societa’ di revisione. Sono in corso numerose perquisizioni, nel Lazio ed in Puglia, che vedono coinvolti alcuni professionisti di Roma che, a vario titolo, hanno preso parte all’ organizzazione o ne hanno agevolato l’ attivita’. ”Sotto indagine – ha spiegato il comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria delle Fiamme Gialle, colonnello Bruno Buratti – sono quattro societa’ diverse tra cui anche l’ ex editrice del giornale ‘L’ Indipendente’, ma che fanno capo agli stessi soggetti. Il meccanismo ideato dai quattro e’ semplice: formavano e contabilizzavano fatture su collaborazioni giornalistiche fittizie emesse a nome di societa’ inglesi, irlandesi e maltesi, risultate inesistenti, frodando cosi’ il fisco e gonfiando in maniera rilevante (oltre il doppio) i costi sulla cui base erano calcolate le provvidenze statali erogate dalla normativa sull’ editoria”. Le societa’ coinvolte sono Cooperativa giornalistica Mediatel srl, Esedra srl, Esedra societa’ cooperativa, Abrondhouse cooperativa giornalisti. Sono state rinvenute false fatture per oltre 18 milioni di euro, che hanno consentito agli indagati di sottrarre alle casse dello Stato oltre 14 milioni di euro, sotto forma di erogazioni. Coinvolti per favoreggiamento anche i responsabili della societa’ di revisione che ha certificato i falsi bilanci delle societa’ editrici, relativi agli esercizi dal 2000 al 2004. I finanzieri hanno ricostruito tutti i pagamenti fittizi riportati in contabilita’, scoprendo che in realta’, gli importi affluivano puntualmente sui conti degli indagati o di societa’ a loro riconducibili. Il principale indagato, Bassoli, messo alle strette attraverso ispezioni bancarie sui propri conti correnti e vari sequestri, ha cercato di disfarsi del suo patrimonio – stimato intorno ai 25 milioni di euro – che e’ stato posto sotto sequestro. Le indagini sono ancora in pieno svolgimento e non si escludono ulteriori sviluppi.

AGI (CRO) – 11/05/2006 – 14.29.00

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TRUFFA CONTRIBUTI EDITORIA:OPERAZIONE GDF,4 ORDINANZE CUSTODIA (AGI) – Roma, 11 mag. – L’operazione della guardia di finanza denominata “Golden press” e’ stata coordinata dal pm Olga Capasso della procura di Roma ed ha scoperto un giro di truffe ai danni dello stato che vede coinvolte alcune societa’ editrici che utilizzavano false fatturazioni per ottenere i contributi previsti per la legge sull’editoria. Agli arresti sono finiti Massimo Bassoli, 52 anni, ex direttore del quotidiano “Il Giornale d’Italia” e attualmente amministratore della societa’ editrice dello stesso quotidiano. In manette anche Umberto Lorenzini, 70 anni, e Rocco De Filippis di 67. La moglie di Bassoli, Francesca Romana Delazza, 46 anni, responsabile della societa’ editrice del giornale “Puntocom” e’ invece agli arresti domiciliari. Le ordinane di custodia cautelare sono state firmate dal gip del tribunale di Roma Maria Giulia De Marco. Secondo quanto accertato dalle fiamme gialle, i quattro personaggi coinvolti per mettere a segno le truffe si erano divise le diverse cariche in quattro distinte societa’: una srl e tre cooperative di giornalisti. Due societa’ sono la proprieta’ e l’editrice del Giornale d’Italia; una societa’ e’ editrice dell’ex “Indipendente”, la cui attuale gestione non e’ coinvolta nelle indagini, e l’ultima societa’ e’ editrice del giornale “Puntocom”. “Siamo partiti da una segnalazione sospetta che ci e’ pervenuta dall’Ufficio italiano cambi e che consisteva in un prelievo in contanti – ha riferito il colonnello Bruno Buratti, comandante del nucleo speciale Polizia valutaria della Gdf che ha condotto l’inchiesta -. L’operazione era sospetta poiche’ si trattava di soldi inviati dalla presidenza del consiglio dei ministri prelevati, appunto, in contanti”. Il prelievo era stato compiuto da Massimo Bassoli e consisteva in una somma di 165mila euro. Gli investigatori della Gdf hanno successivamente scoperto che venivano gonfiati i costi delle testate coinvolte, almeno del doppio, annotando in contabilita’ delle collaborazioni giornalistiche fittizie ascritte a societa’ estere inesistenti. Si trattava di societa’ inglesi, maltesi e irlandesi con nominativi simili ad alcune societa’ esistenti ma del tutto false. Gli investigatori hanno cosi’ accertato che tutti gli importi sono confluiti sui conti correnti personali degli arrestati. La truffa consisteva nel frodare il fisco e nel gonfiare anche i costi delle testate sulla base dei quali venivano poi calcolati i contributi statali da erogare. Sono stati infine sequestrati i conti correnti dove in questi anni era confluiti il denaro, pari a circa 25 milioni di euro, che era nelle disponibilita’ di Bassoli.

ADNK (CRO) – 11/05/2006 – 19.40.00

TRUFFE: ROMA – 14 MLN PER CONTRIBUTI EDITORIA, 4 ARRESTI GUARDIA FINANZA RICOSTRUITO ITER PAGAMENTI FITTIZI (Adnkronos) – I finanzieri del Nucleo valutario hanno trovato e ricostruito tutti i pagamenti fittizi riportati in contabilita’ quali regolamenti delle transazioni con false societa’ straniere, scoprendo che, in realta’, tali importi affluivano puntualmente sui conti degli indagati o di societa’ ad essi riconducibili. Le attivita’ investigative, durate alcuni mesi, hanno consentito di appurare che il principale indagato, Massimo Bassoli, oggi in carcere, messo alle strette attraverso ispezioni bancarie sui propri conti correnti e alcuni sequestri in corso di erogazione, ha cercato di disfarsi del patrimonio personale accumulato, per un valore complessivo di circa 25 milione di euro. I tentativi sono stati effettuati tramite la collaborazione di alcuni professionisti e prestanome, ai quali Bassoli ha conferito cariche sociali e intestato anche una autovettura di lusso ed assegni di ingente valore, incassati a fronte della vendita di immobili. Le indagini sono tutt’ora in corso.

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