Roma, 18 novembre. L’Associazione Stampa Romana è solidale con i colleghi del “Messaggero” che sono stati costretti ad una ulteriore giornata di sciopero per rivendicare i propri diritti di lavoratori: diritti sanciti dalla Costituzione prima ancora che dalle leggi. Il pesante clima di contrapposizione della Federazione degli editori, che rifiuta ogni qualsivoglia incontro diretto con il Sindacato dei giornalisti, persino su temi diversi da quello della vertenza contrattuale, ha da tempo riflessi pesantissimi anche in alcuni grandi gruppi editoriali, dove le Aziende praticano l’illegalità e offendono le proprie redazioni ignorandone i più elementari diritti. I colleghi del “Messaggero” in questi ultimi tempi – rimanendo rigidamente nelle regole della democrazia e delle leggi che tutelano le iniziative sindacali – si sono opposti a licenziamenti ritorsivi, hanno contestato la mancanza di attenzione al prodotto giornalistico e la grettezza economica con cui veniva impedito ai colleghi di essere testimoni diretti dei maggiori avvenimenti nazionali e internazionali, hanno cercato di difendere la forte tradizione del loro giornale e l’onestà del legame con i lettori. L’ultimo episodio che ha convinto la redazione alla decisione di non portare il “Messaggero” nelle edicole sabato ha del paradossale: persino sugli scioperi l’azienda intendeva risparmiare qualche euro in più, non pagando la giornata nemmeno agli inviati fuori sede per lavoro!
Roma, 20 novembre. L’Associazione Stampa Romana si unisce all’Associazione napoletana della stampa nell’esprimere solidarietà ai colleghi del “Mattino” il cui Comitato di redazione ha subìto attacchi ai propri diritti sindacali da parte dell’azienda. La nascita di un coordinamento tra le testate del gruppo “Il Messaggero”, “Il Mattino”, “Nuovo Quotidiano di Puglia”, “Gazzettino di Venezia” e “Corriere Adriatico”, impone doverosamente alle diverse Associazioni interessate di condividere con le redazioni i problemi che sorgono nel Gruppo Caltagirone, che continua a calpestare i diritti sindacali e di legge dei suoi giornalisti, a Roma come nelle altre realtà regionali.