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La nuova legge sulle intercettazioni:solo i giornalisti saranno penalizzati.Il convegno dell’Ordine di Roma e di Stampa Romana

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Roma 11 maggio. Provvedimento liberticida o legge civile? Approvato dalla Camera e trasmesso al Senato, il ddl sulle intercettazioni telefoniche, che contiene norme più restrittive sulla pubblicabilità degli atti e prevede ammende più salate per le violazioni, non va giù ai giornalisti: l’Unione cronisti, con l’appoggio della Federazione della stampa, annuncia una manifestazione per giovedì 24 maggio a Roma. Dure critiche anche dal senatore a vita Francesco Cossiga al provvedimento, difeso invece dal sottosegretario alla Giustizia Luigi Li Gotti e dal deputato Ds Paolo Gambescia (Ds).A mettere intorno a un tavolo posizioni pro e contro sono stati l’Ordine dei giornalisti del Lazio e l’Associazione stampa romana, in un convegno tenutosi a Roma nella sede della Fnsi.
”Quali provvedimenti prenderanno ora i magistrati?”, si è chiesto preoccupato il presidente dell’Odg del Lazio Bruno Tucci, mentre il segretario della Fnsi Paolo Serventi Longhi ha auspicato che Palazzo Madama ”modifichi radicalmente il testo della legge”. ”I giornalisti devono pubblicare tutto quello che vengono a sapere”, ha sottolineato Cossiga. ”Non voterò mai questa legge”, ha assicurato il senatore a vita, annunciando che in ogni caso presenterà un emendamento: ”Nessun giornalista può essere oggetto di sanzione prima che sia passata in giudicato la sentenza che condanni il magistrato o l’ufficiale di polizia che gli ha passato l’informazione”.
Secco no al ddl anche dal direttore dell’Unità Antonio Padellaro: ”Abbiamo il forte sospetto che questa legge sia a difesa della casta dei politici: nell’opinione pubblica l’irritazione sta salendo. Non ci fate rimpiangere Berlusconi”.
E il suo predecessore, ora deputato Ds, Francesco Caldarola, ha puntato il dito contro ”l’insofferenza di gran parte dello schieramento politico verso l’informazione che non si mette in ginocchio”. ”Le intercettazioni – ha detto l’avvocato Franco Coppi – sono una prova come un’altra: per questo possono e devono essere conosciute con gli stessi tempi, modi e garanzie delle altre prove”.
Alla difesa d’ufficio di Li Gotti ha dato appoggio Gambescia: ”Si tratta di una legge perfettibile ma civile, che affronta finalmente il problema di come e quando consentire le intercettazioni, tutela la privacy degli indagati e stabilisce sanzioni non solo per i giornalisti che violino le regole, ma anche per i magistrati che passino ai cronisti eventuali dossier illegali”. (ANSA)

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