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AGI:stravolta l’organizzazione del lavoro, nessun piano editoriale. La denuncia del Cdr

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Roma, 17 luglio. – Per l’ennesima volta in pochi mesi ildirettore responsabile dell’Agi ha assegnato “temporaneamente”
un collega a un dipartimento. La scelta di aggiungere
l’avverbio temporale nell’ordine di servizio conferma il
silenzioso tentativo di modificare l’organizzazione
dell’agenzia senza l’assunzione di responsabilita’
rappresentata da un piano editoriale, la volonta’ di portare
avanti un disegno di disarticolazione del corpo redazionale
senza sottoporre il progetto alla democratica discussione
dell’assemblea. Ma c’e’ di piu’. E’ l’intera strategia di
questa direzione che sembra testimoniare un profondo
disinteresse per l’informazione primaria e generalista,
patrimonio storico dell’agenzia. Ne e’ prova il progressivo
depauperamento di risorse del Dipartimento Cronaca. E’ di pochi
giorni fa l’attribuzione ad altro servizio di un contratto a
tempo determinato stipulato per sostituire una collega degli
Interni in aspettativa. Una manovra al limite della legalita’
contrattuale – che il cdr si riserva di valutare nelle sedi
deputate – cui si aggiunge il mancato rimpiazzo, sempre in
Cronaca e per la prima volta nella storia dell’Agi, di un
congedo per maternita’. La sensazione e’ di un progressivo
disimpegno dai settori tradizionali dell’informazione per
reperire le risorse umane necessarie a spostare l’asse del
notiziario verso “le nuove frontiere della notizia”. Il
sindacato riconosce il diritto della direzione di indicare
nuove strade ma rivendica con altrettanta forza il diritto
della redazione di potersi esprimere su un progetto editoriale
chiaro, compiuto e definito. Per il cdr l’integrita’,
l’autorevolezza, la tempestivita’ e la completezza del
notiziario restano il maggior attivo nel bilancio dell’agenzia
e rappresentano la base necessaria e irrinunciabile per il
lancio di qualsiasi nuovo prodotto, cui mai il sindacato si e’
opposto e cui mai, fatte salve le compatibilita’ economiche e
il rispetto dell’autonomia e dell’indipendenza dei giornalisti,
si opporra’. E’ per rafforzare questa base che servono
investimenti e professionalita’: abbandonarne il presidio e’
miopia suicida. (AGI)

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