Seconda giornata di astensione audio video per i giornalisti de La7 contro il piano di 25 licenziamenti annunciato ieri dall’amministratore delegato Giovanni Stella: in attesa della convocazione da parte dell’azienda (che ha 72 ore di tempo per presentare il piano) e di un incontro con il direttore delle news Antonello Piroso, il comitato di redazione della testata ’’ha confermato lo stato di agitazione convocando l’assemblea permanente dei giornalisti’’. ’’La totale apertura al confronto su tutti i temi cruciali dell’azienda sempre offerta dal sindacato – spiega il comunicato del cdr letto in apertura del tg delle 12:25 – è stata respinta con arroganza e oggi la tv del gruppo Telecom Italia vuole far pagare ai giornalisti i danni provocati dall’assenza di strategie di mercato nella tv in chiaro come nel settore fondamentale dei nuovi media e il fallimento delle scelte industriali e editoriali di manager e direzione’’. Questa la replica della direzione: ’’La direzione rispedisce al mittente l’accusa di ’fallimento delle scelte editoriali’ dal momento che negli ultimi due anni gli spazi, la visibilità e gli ascolti dei prodotti delle testate giornalistiche sono aumentati, e questo nonostante la reiterata ed esasperata rigidità pregiudiziale espressa dalla rappresentanza sindacale su nuove proposte e nuove sperimentazioni’’. Della vicenda La7 e, più in generale, dell’’autunno dell’informazioné, con le polemiche sui tagli ai finanziamenti pubblici all’editoria e l’appello di testate a rischio chiusura come il manifesto, si occuperà questa sera Primo Piano del Tg3. La Federazione Nazionale della Stampa e l’Associazione Stampa Romana sono pienamente solidali coi colleghi de “La7”, che mettono in atto oggi e domani due giorni di astensione audio-video per protestare contro la decisione annunciata da Telecom Italia Media di avviare le procedure di legge per il licenziamento collettivo, dopo aver individuato un esubero di 25 giornalisti a tempo indeterminato e aver bloccato tutti i contratti a termine. Si cerca così di scaricare sulla redazione il prezzo degli errori di gestione che si sono accumulati in questi anni. E lo si fa mandando un segnale in netta contraddizione con la funzione strategica che ancora pochi giorni fa l’amministratore delegato di Telecom, Franco Bernabè, assegnava all’emittente. La crisi de “La7” merita la massima attenzione perché parla della annosa irriformabilità del duopolio che, per le storture del mercato pubblicitario, opprime la tv generalista e impedisce un vero pluralismo. Anche per questo il sindacato dei giornalisti sarà con grande determinazione al fianco dei colleghi nel confronto che, secondo le procedure di legge, si avvierà dopo che l’azienda avrà presentato il piano di riorganizzazione. Un confronto nel quale la rappresentanza sindacale continuerà a sostenere la valorizzazione piena delle risorse interne e il superamento della logica degli appalti.Vogliamo sperare che Telecom Italia Media avverta la responsabilità di non indebolire il profilo informativo di un canale che rimane una presenza preziosa e originale in un panorama televisivo troppo omologato.