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Libertà di stampa: scritte neofasciste sull’auto del giornalista del Tg3 Della Volpe

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Il giornalista del Tg3 Santo Della Volpe, dirigente dell’associazione Articolo21 e vicepresidente di Libera Informazione, ha denunciato sul sito di Articolo 21 di aver trovato sotto casa, a Roma, la sua auto imbrattata di vernice con scritte ingiuriose, con croci celtiche e la firma di un noto gruppo neofascista della zona Trieste-Salario. La sua auto è l’unica ad essere stata presa di mira. Gli inquirenti stanno svolgendo le indagini.

”Io non sfido nessuno, ma nessuno creda di far cambiare di una virgola il mio lavoro. Non è bello sentirsi nel mirino, anche se da parte di una banda di stupidi vigliacchi” – ha commentato il giornalista – forse avevano bisogno di aprire una campagna intimidatoria contro la stampa ed i giornalisti”.

L’episodio denunciato da Santo Della Volpe fa seguito all’assalto della Redazione di ”Chi l’ha visto?” e alle minacce rivolte ad Ezio Mauro, direttore di Repubblica. Articolo 21 ha deciso di dare la propria adesione alla grande iniziativa ”per la libertà e la dignità della comunicazione” promossa a Roma per il 10 dicembre dalla Tavola della Pace e da decine e decine di associazioni del volontariato, del terzo settore e del mondo laico e cattolico”.

Tra le molte dichiarazioni di preoccupazione per l’accaduto e di solidarietà per il giornalista anche quella del presidente del Senato, Renato Schifani: ”Ogni sintomo di intolleranza – ha precisato Schifani – deve essere condannato duramente. La tutela delle nostre regole democratiche deve sempre essere ribadita con fermezza”.

Solidarietà bipartisan
Per la Federazione nazionale della Stampa c’è ”un clima di aggressività crescente nei confronti dell’informazione, da parte di gruppi di violenti che evidentemente percepiscono di poter agire senza troppi rischi in modo sempre più scoperto”.

Stasera il Tg3 ha letto il comunicato del cdr: ”Non possiamo tacere di fronte a tali manifestazioni di inciviltà che sono l’espressione di un clima inaccettabile per una informazione che è e vuole continuare ad essere libera”.
Il presidente dell’Unione dei cronisti italiani, Guido Columba ha chiesto che sulla vicenda intervengano il ministro dell’interno Roberto Maroni e il capo della polizia prefetto Antonio Manganelli, mentre il segretario nazionale del Prc Paolo Ferrero ha parlato dell”’inquietante successione di intimidazioni” e il capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro ha sottolineato ”è necessario mettere fine a questo clima che rischia di alimentare tensioni pericolose”.
”Solidarietà senza se e senza ma” da Roberto Rao, capogruppo dell’Udc in commissione di Vigilanza Rai. Sul tema della libertà di informazione e della libertà degli stessi giornalisti,”si levi una difesa senza tentennamenti e senza distinzioni”, ha detto Giorgio Merlo, Pd, membro della Commissione Vigilanza Rai.

Bandire ”violenza e intimidazioni, da qualsiasi parte esse provengano” ha chiesto l’on. Italo Bocchino, Presidente Vicario Gruppo Pdl Camera. ”Si dia un segnale forte a chi pensa erroneamente di mettere così a tacere l’informazione libera ed autonoma nel nostro Paese”, ha chiesto infine il senatore del Pd, Vincenzo Vita, componente della Commissione di Vigilanza.

Condanna per l’accaduto è stata espressa anche da Giovanna Melandri (Pd), Giuseppe Giulietti di Articolo 21, Monica Frassoni (Verdi), Massimo Donadi (Idv), Alessandro Battilocchio (Ps), Manuela Palermi di Rinascita, Franco De Luca (DcA), Gruppo di Fiesole e Stampa Romana.

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