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Il Segretario di Stampa Romana
risponde a Lucia Annunziata

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Rispondo volentieri alla tua sollecitazione su ´´il caso La7 e il Partito
Democratico´´, come titola la tua posta del 28 novembre. Precisiamo subito che
nessuno voleva togliere la parola ad Antonello Piroso, siamo da sempre
affezionati al motto liberale :´´Non condivido nulla di quello che dici, ma farò
di tutto perché tu lo possa dire´´. Il problema che abbiamo sollevato è
sindacale, di coerenza e di opportunità.
Sindacale, perché, come sai bene, i
direttori, tu lo sei stata in più testate, sono e devono restare dei
giornalisti, il loro ruolo è scritto nel nostro contratto di lavoro, articolo 6,
perché continuiamo a pensare che debbano essere dei ´´primi inter pares´´, i
capitani di una nave che si chiama redazione. Come tali hanno onori e oneri, si
devono far carico dei destini della loro ciurma, difenderne le prerogative,
opporsi all´armatore che la vuole sottopagata e l´un contro l´altro armata. Se
la nave affonda il capitano mette prima in salvo l´equipaggio. Niente di tutto
questo si è verificato nel comportamento di Piroso: al tavolo della trattativa
non ce lo siamo trovato né a fianco né in posizione neutrale, ma schierato sul
lato opposto, a sostenere le ragioni dell´armatore, pardon dell´azienda.
E
qui arriviamo alla questione della coerenza: ci si può dire progressisti o
accreditarsi come tali, se si sposano le ragioni unilaterali dell´impresa? In
questo caso, poi, siamo di fronte a un piano di licenziamenti che il sindacato
ritiene infondato e, nella forma, persino illegale. Si può professare la
solidarietà col mondo del lavoro e negarla ai propri redattori? Si può chiedere
regole giuste e chiudere la porta ai giornalisti impedendo che vengano
utilizzati, salvando così posti di lavoro, nelle trasmissioni che Piroso firma
come responsabile? Basta un supposto torto subito dal sindacato, come rivela
Piroso in un’intervista al settimanale Anna, a giustificare quella che,
raccontata così, sembra una vendetta postuma a scapito di chi non c´entra
nulla?
Per chiudere la questione di opportunità: Piroso è stato deferito ai
probi viri dell´Associazione per violazione della clausola di solidarietà, è
stato contestato, mai offeso, per il suo ruolo svolto nella vicenda La7. Ci è
suonato inopportuno che il più grande partito di opposizione, che si definisce
il partito del lavoro, lo chiamasse a moderare un dibattito su quei diritti che
col suo comportamento ha più volte negato.
Ci piacerebbe che il collega
Piroso ci smentisse coi fatti: siamo pronti a ricrederci nel vederlo rimettersi
alla testa della sua ciurma e rivendicare che l´informazione di qualità si fa
soltanto coi giornalisti e in numero sufficiente. Lo farà?


Paolo Butturini
Consigliere Segretario di
Stampa Romana

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