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Caso "Iva-Sky": Berlusconi attacca la stampa, i direttori dei giornali dovrebbero cambiare mestiere. FNSI, siamo sconcertati

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Roma, 2 dic 2008 – Non solo la sinistra. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, critica duramente anche i direttori dei quotidiani italiani per come hanno gestito l´informazione sul caso Iva-Sky. Conversando con i giornalisti durante una passeggiata per il centro di Roma, il premier ha infatti criticato sia la ´Stampa´ che il ´Corriere della Sera´. “I vostri giornali, il tuo giornale – ha detto rivolgendosi al cronista del quotidiano di Torino – ha titolato ´Berlusconi contro Sky´. Invece di chiedersi come mai c´è un rapporto privilegiato di questo tipo nei confronti di Sky, attaccano me. Ma che vergogna. Le vignette del Corriere della Sera, che vergogna! Che vergogna! Ma dovrebbero tutti andare a fare un altro mestiere, politici e direttori di questi giornali”.

 

La Fnsi, ovvero l´organo di rappresentanza sindacale di tutti i giornalisti italiani, non lascia cadere nel vuoto le accuse lanciate dal premier Berlusconi contro il Corriere della Sera e la Stampa, corredate dall´invito ai loro direttori a cambiare mestiere. E parla di «scomposto attacco» e di «ennesima prova del fatto che il Presidente del Consiglio non ha alcun rispetto per l´autonomia dell´informazione». Una mossa quella del premier che per la Fnsi è inaccettabile: «Incurante del gigantesco conflitto di interessi nel quale è immerso – sottolinea il presidente, Roberto Natale – , si permette di fatto di chiedere il licenziamento di due direttori: una mossa che sarebbe grave da parte di un qualsiasi capo di governo, e che lo è doppiamente quando chi la compie è anche l´uomo più potente della comunicazione italiana». «È sempre imbarazzante – aggiunge il segretario, Franco Siddi – ascoltare qualcuno che spiega agli altri qual è e quale debba essere il loro mestiere»:

Ma non è soltanto la categoria a prendere posizione contro l´uscita del Cavaliere. Anche il mondo politico, e in particolare quello che fa riferimento al centrosinistra, reagisce duramente alle parole del capo del governo. Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, è convinta che il premier «oggi abbia veramente passato il segno»: «l´arroganza del presidente del Consiglio – evidenzia la senatrice – sta raggiungendo livelli davvero intollerabili e sintomatici di una concezione proprietaria della democrazia. Ad Anselmi e Mieli giunga la solidarietà mia e quella delle senatrici e dei senatori del Pd». L´ex segreatario ds, Piero Fassino, parla invece di «inaudita aggressione personale». Luigi Zanda, che del Pd è vicepresidente in Senato, pensa invece che le parole del premier siano la dimostrazione del fatto che «al peggio non c´è mai fine»: «In nessun Paese democratico del mondo dal dopoguerra ad oggi era mai accaduto che un Primo ministro invitasse i direttori di due grandi e importanti quotidiani nazionali a cambiare mestiere». E un intervento ufficiale del partito di Veltroni parla di un nuovo «editto», richiamando quello di Sofia che portò all´allontanamento di Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi dalla Rai dopo una presa di posizione dello stesso Berlusconi.

Particolarmente duro il commento di Leoluca Orlando, portavoce dell´Italia dei valori: «Adesso capiamo perchè l´on. Berlusconi non ha espresso una sola parola di diniego quando Licio Gelli lo ha indicato come degno erede del progetto massonico della P2: annullare il Parlamento, condizionare il più possibile l´informazione e colpire la magistratura». Per i dipietristi «al presidente Berlusconi manca la conoscenza dell´alfabeto democratico, gli è estraneo ogni minimo principio elementare del rispetto dell´altro e delle critiche». Ironico Beppe Giulietti, che oltre ad essere deputato eletto nelle fila dell´Idv è anche portavoce di Articolo 21: «A mio avviso Berlusconi ha ragione: dovrebbe scegliere di cancellare la legge sull´editoria, portare al 20% l´Iva sui giornali e fare in modo che chiudano tutti. Avrebbe così finalmente dimostrato di non avercela solamente con Sky»

Fa ricorso all´ironia anche il leader dei Comunisti italiani, Oliviero Diliberto: «Ebbene sì, vergogna. Che vadano a casa quei due pericolosi bolscevichi di di Paolo Mieli e Giulio Anselmi. Basta con i cosacchi a via Solferino e sotto la Mole. E si affrettino perchè nel piano di normalizzazione ci saranno già due scalpitanti cortigiani pronti a trasformare Corriere e Stampa in Gazzette del Cavaliere». (apcom)

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