Il presidente dell´Unci ha scritto a presidenti e segretari di Fnsi e Ordine dei giornalisti per evitare che avallino la pretesa dell´autorità per le comunicazioni di dettare le norme con cui trattare processi e vicende giudiziarie sulle emittenti tv.
Mi risulta – ha scritto Columba a Natale Siddi, Del Boca e Iacopino – che il Presidente dell´autorità per le garanzie nelle comunicazioni abbia convocato per venerdì 16 gennaio una nuova riunione del comitato tecnico chiamato a decidere quale sia il modo corretto di trattare i processi e le vicende giudiziarie nei programmi televisivi.
Richiamo la vostra attenzione sul fatto che la pretesa da parte di chicchessia, a maggior ragione di un funzionario dello stato che non ha alcuna investitura popolare, di dettare le norme con le quali i giornalisti devono riferire di un avvenimento lede pesantemente la legge professionale e l´autonomia che ne è indispensabile premessa e conseguenza e condizione unica per la libertà di espressione.
Se l´autorità ritenesse di emanare un regolamento sulla questione sarebbe un ritorno alla famigerata, e ridicola, sentenza della Cassazione del 1993 che pretendeva di dirci dove mettere le virgole e i punti e virgola.
Stiamo lottando tutti assieme contro il disegno di legge del governo presentato in Parlamento e sarebbe del tutto assurdo che passasse nel silenzio una limitazione dell´autonomia e del diritto-dovere di cronaca non discusso in alcuna istituzione elettiva. Dal mio punto di vista le affermazioni del ministro Alfano sulla illiceità della pubblicazione delle intercettazioni sono equivalenti a quelle del dott. Calabrò sulla ricostruzione in Tv dei processi: entrambe sbagliate e tendenti ad esercitare una pesante censura sull´esercizio della professione giornalistica che è già abbondantemente regolamentata.
Vi chiedo, pertanto – conclude Columba – di non avallare in alcun modo l´iniziativa e anzi di battervi con determinazione contro.