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Libertà di stampa: sconcerto e rabbia in Cecenia per la giornalista e l´avvocato uccisi. Isf, Baburova 47a vittima dell´era Putin

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Grozny, 20 gen 2009 – Sconcerto e rabbia nella capitale cecena Grozny dopo l´uccisione dell´avvocato Stanislav Markelov e di Anastasia Baburova, collaboratrice di ´Novaia Gazeta´, lo stesso giornale per cui lavorava Anna Politkovskaia. Manifestazioni di protesta hanno attraversato il centro della città. A Mosca, sul luogo dove ieri i due sono stati assassinati, sono state depositate corone di fiori dai difensori dei diritti umani. Markelov è il settimo avvocato ucciso in Russia negli ultimi dieci anni, la Baburova il quinto giornalista eliminato negli ultimi dodici mesi. I due sono stati ammazzati da un killer con il volto coperto: ha freddato con un colpo alla nuca il legale e poi la giornalista che tentava di inseguirlo in via Precistenka, nella zona del ´Miglio d´oro´. Entrambi erano appena usciti da una conferenza stampa: Markelov aveva annunciato ricorso contro la liberazione anticipata del colonnello Iuri Budanov, condannato a dieci anni per il sequestro e lo strangolamento di una diciottenne in Cecenia, Elza Kungaieva, durante la seconda guerra contro la Russia. Secondo il padre di Elza, Markelov nell´ultima settimana aveva ricevuto minacce.

Gli investigatori non hanno ancora un identikit preciso (si parla genericamente di un uomo alto circa un metro e ottanta e di aspetto slavo) e ipotizzano che il movente sia da ricercare nell´attività professionale del legale, noto per il suo impegno civile e per aver difeso numerosi ceceni contro le violenze di militari russi, anche di fronte alla Corte di Strasburgo, davanti alla quale intendeva impugnare la liberazione di Budanov.
Tra gli ultimi casi di cui si era occupato anche la brutale aggressione contro Mikhail Beketov, direttore del quotidiano ´Khimkinskaia Pravda´, che aveva ripetutamente denunciato la speculazione edilizia in un sobborgo di Mosca: il giornalista, al quale è già stata amputata una gamba, è in coma da metà novembre.
L´arma del delitto non è ancora stata trovata; la videocamera del palazzo accanto al luogo del delitto non era in funzione. “Uccisioni del genere sono una vergogna per il Paese”, ha commentato Liudmila Alexeieva, responsabile del gruppo di Helsinki per i diritti umani. I dimostranti hanno chiesto l´apertura di un´inchiesta urgente sull´attentato.


La condanna del Consiglio d´Europa. Il Consiglio d´Europa chiede “piena luce sull´assassinio. Guai a consentire che simili delitti restino impuniti”. E´ l´appello lanciato in un comunicato dal liberale svizzero Dick Marty, responsabile della situazione dei diritti umani nel Caucaso settentrionale per l´Assemblea parlamentare dell´organismo di Strasburgo, che non ha niente a che fare con l´Unione Europea e che conta 47 stati membri tra cui anche la Russia.
“Sono profondamente scioccato – scrive Marty nella nota- di apprendere dell´assassinio di Stanislav Markelov, i cui instancabili sforzi per combattere l´impunità di quanti si sono resi responsabili di violazioni dei diritti umani in Cecenia e altrove nel nord del Caucaso gli sono costati la vita”. (repubblica.it)


Anastasia Baburova, uccisa a Mosca assieme all´avvocato Stanislav Markelov, e´ ´´il quarantasettesimo giornalista ucciso nella Federazione Russa dal 2000, anno di insediamento di Vladimir Putin´´. Lo afferma, in una nota, Information safety and freedom (Isf), l´associazione per la liberta´ di stampa nel mondo, dopo l´omicidio della stagista della rivista Novaja Gazeta avvenuto ieri a Mosca. Isf parla di ´´una lunga striscia di sangue´´ iniziata il 16 ottobre 2000, presso Tblisi, ´´con l´omicidio, tuttora impunito, di Antonio Russo, inviato di Radioradicale che denunciava, come Anna Politkovskajia e la stessa Baburova, del genocidio messo in atto da Mosca contro il popolo ceceno. Ma il mondo continua a ignorare entrambi: il massacro dei Ceceni e quello dei giornalisti´´. ´´Secondo l´agenzia Novosti – commenta il presidente di Isf Stefano Marcelli – Anastasia era stata posta sotto stretta sorveglianza dalla polizia. C´e´ da chiedersi se questo abbia aumentato la sua sicurezza oppure sia stata la sua condanna. Anastasia si occupava dell´espansione dei movimenti neonazisti nel suo Paese, un fenomeno inquietante, che produce centinaia di omicidi razzisti e continue aggressioni ai militanti dei diritti civili e che da piu´ fonti risulta sostenuto dal partito di Vladimir Putin. I giornalisti – conclude Marcelli – potrebbero rendere omaggio ai propri colleghi uccisi, facendo luce su questi fatti e rompendo l´omerta´ che nasconde al mondo le sanguinarie nefandezze del regime post-sovietico fondato da Putin´´. (ansa)



 

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