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Lutti: è morto a Roma Antonio Spinosa, giornalista e narratore che amava la Storia

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Roma, 1 feb 2009 –  Augusto, Cesare, Cleopatra, D´Annunzio, i Borgia, Edda Ciano, Napoleone, Paolina Bonaparte, Mussolini: erano sempre i grandi della storia, potenti e un po´ controversi, ad ispirare i libri di Antonio Spinosa, scrittore e giornalista che come pochi in Italia aveva il dono del divulgatore. Nato nel 1923 a Ceprano (Frosinone), e con un padre che vedeva malissimo le sue aspirazioni letterarie chiare sin dalle elementari, ha passato anni della sua vita a riscoprire e a reinterpretare eventi e personaggi che hanno cambiato il mondo e l´Italia in particolare. E´ morto a Roma dove viveva, dopo una lunga malattia, e i funerali si svolgeranno domani alle 11 nella Chiesa dei Santi Marcellino e Pietro in Via Merulana. Dopo gli studi classici e la laurea era sbocciata la passione per il giornalismo, dove inizio´ una brillante carriera che lo porto´ ad essere direttore del nuovo Roma, dell´agenzia Italia, della Gazzetta del Mezzogiorno, e di Videosapere-Rai. Una carriera che gli ha dato la possibilita´ di incontrare anche in prima persona alcuni tra i grandi del Novecento, tra cui Sandro Pertini, Giovanni Paolo II, Maria Jose´ di Savoia. Oltre ad aver lavorato anche per l´ANSA, come giornalista parlamentare, e´ stato inviato speciale del Corriere della Sera e del Giornale. Da qui si dimise per dissapori con Indro Montanelli e fu allora che comincio´ a scrivere libri. Prima il suo interesse era concentrato su l´antica Roma e l´epoca napoleonica – il primo libro su Paolina Bonaparte -, per poi inoltrarsi nell´eta´ contemporanea con ricerche storiche, saggi politici e di costume pubblicati prima da Rizzoli poi da Mondadori, sempre nel segno di una chiarezza di scrittura e facilita´ di scrittura che erano la sua dote principale. Molta la fortuna in libreria ma ha vinto anche numerosi riconoscimenti tra cui il Premio Estense, il Premio Saint-Vincent e il Premio Bancarella. Fu inoltre tra i finalisti del Premio Strega del 1996. Spinosa spiegava cosi´ la sua vocazione al racconto e alla storia: ´´Scrivo libri semplici, la mia non e´ una scrittura ricercata, ma libera e spontanea. Non mi definisco ne´ letterato ne´ intellettuale. Non sono nemmeno un divulgatore. La definizione piu´ giusta e´ quella di ´narratore di storia´. Credo di saper raccontare i fatti. Non invento nulla perche´ ho poca fantasia, quindi ho bisogno dei fatti´´. Fatti che scriveva al computer, corregendo ma anche di getto, informandosi prima mentre il romanzo, quello no non gli veniva: ´´Ne ho cominciati diversi ma arrivato alla ventesima pagina ho sempre lasciato pedere´´. (ansa)

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