Cerca
Close this search box.

Intercettazioni: carcere a chi pubblica registrazioni da distruggere e indagini "top secret" per i media. Di Pietro: ddl criminale

Condividi questo articolo:

Roma, 16 feb 2009 – Primo via libera dalla commissione Giustizia della Camera al disegno di legge del governo sulle intercettazioni. Il provvedimento ora è atteso in Aula per il 23 febbraio, ma solo per la discussione generale. L´esame degli emendamenti e il voto continueranno probabilmente a marzo con i tempi di discussione contingentati. Questo, in estrema sintesi, il contenuto del provvedimento, modificato ancora stasera nell´ultimo esame della commissione:
Gravi indizi di colpevolezza – Il Pm potrà chiedere l´autorizzazione a intercettare solo in presenza di ´gravi indizi di colpevolezza´. Nelle indagini di mafia e terrorismo basteranno ´sufficienti indizi di reato´. La richiesta dovrà essere autorizzata da un Gip collegiale del capoluogo del distretto. Ma il giudice dovrà poi compiere una sua valutazione autonoma del caso.
Via il magistrato che parla troppo – La toga che rilascia “pubblicamente dichiarazioni” sul procedimento che gli viene affidato ha l´obbligo di astenersi. E dovrà essere sostituito se iscritto nel registro degli indagati per rivelazione del segreto d´ufficio. Il suo nome non potrà essere citato.
Omesso controllo, arresto fino a un anno – Il ddl prevede l´arresto fino a un anno e l´ammenda da 500 a 1.032 euro per pubblici ufficiali e magistrati che omettano di esercitare “il controllo necessario ad impedire la indebita cognizione o pubblicazione delle intercettazioni.
Divieto di pubblicazione – Per i media le indagini diventeranno ´top secret´. Non si potranno più pubblicare gli atti dell´indagine preliminare, neanche l´iscrizione nel registro degli indagati di qualcuno, o quanto acquisito al fascicolo del Pm o del difensore, fino al termine dell´udienza preliminare. Anche se gli atti non saranno più coperti da segreto.
No ai nomi e immagini di Pm – Il ddl prevede lo stop alla pubblicazione di nomi o immagini di magistrati “relativamente ai procedimenti e processi penali a loro affidati”, salvo che l´immagine non sia indispensabile al diritto di cronaca.
Carcere per i giornalisti – Torna il carcere per i giornalisti. Con due emendamenti approvati in extremis è prevista la pena da uno a tre anni per chi, “con volontà di dolo”, pubblica intercettazioni per le quali sia stata ordinata la distruzione o relative “a conversazioni o flussi di comunicazione riguardanti fatti e circostanze o persone estranee alle indagini di cui sia stata disposta l´espunzione”. Aumentano anche le sanzioni per gli editori, fino a 370mila euro per chi pubblica violando gli obblighi di legge.
Reati intercettabili – Sul punto la legge attuale cambia poco. Potranno essere intercettati tutti i reati con pene superiori ai 5 anni, compresi quelli contro la Pubblica Amministrazione; ingiuria; minaccia; usura; molestia; traffico-commercio di stupefacenti e armi; insider trading; aggiotaggio; contrabbando; diffusione materiale pornografico anche relativo a minori.
Intercettazioni ambientali – Si potranno usare le ´cimici´ solo per spiare luoghi nei quali si sa che si sta compiendo un´attività criminosa. Unica eccezione per i reati di mafia, terrorismo e per quelli più gravi.
Limiti di tempo – Non si potrà intercettare per più di 60 giorni: 30 più 15 più 15. Per reati di criminalità organizzata, terrorismo o minaccia col mezzo del telefono si può arrivare a 40 giorni prorogabili di altri 20.
Procedimento contro ignoti – Le intercettazioni potranno essere richieste solo dalla parte offesa e solo sulle sue utenze. L´opposizione contesta il fatto che non si possa più intercettare nei casi di violenza sessuale perchè le indagini richiedevano intercettazioni di tipo esplorativo per l´ individuazione dei responsabili. Potranno essere acquisiti però documenti relativi al traffico telefonico per capire chi fosse presente sul luogo del delitto.
Archivio riservato e divieto di allegare verbali a fascicolo – Le telefonate e i relativi verbali saranno custodite in un archivio presso la Procura. I procuratori avranno il potere di gestione e controllo dei centri di intercettazione e di ascolto.
Divieto di utilizzo in procedimenti diversi – Le intercettazioni non potranno essere usate in procedimenti diversi da quelli nei quali sono state disposte. Salvo i casi di mafia e terrorismo.
Stop a “Un giorno in pretura”- Non si potranno più fare riprese tv nelle aule giudiziarie, a meno che tutte le parti non siano d´accordo.
Gli autori degli emendamenti. Quello sul carcere per chi pubblica è stato presentato dalla deputata del Pdl Debora Bergamini, mentre l´altro – quello che riguarda le persone estranee all´inchiesta – porta la firma di Nino Lo Presti.
L´opposizione protesta. Subito dopo il via libera, l´opposizione ha protestato duramente contro le nuove norme. “E´ l´ennesimo strappo della maggioranza – ha commentato il ministro della Giustizia ombra del Pd, Lanfranco Tenaglia – dopo lo strappo fatto allo strumento di indagine, ora quello al diritto di cronaca”.
Ma il giudizio più duro, sull´intero ddl, è arrivato da Antonio Di Pietro: “A noi dell´Italia dei valori non resta che fare diligentemente opposizione, non tanto per convincere una maggioranza cieca e becera che mai come in questo caso si dimostra assente e piegata alla volontà dell´imperatore Berlusconi per il quale le intercettazioni non si devono fare perché altrimenti si scoprono i reati. Facciamo opposizione affinché resti agli atti che abbiamo fatto il possibile per impedire che un provvedimento di valenza così altamente criminale possa entrare in vigore”. (repubblica.it)

Il network