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Fnsi e Fieg a Napolitano
"No al ddl sulle intercettazioni"

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Gli editori e i giornalisti italiani si appellano al presidente della Repubblica, al Parlamento, alle forze politiche e sociali e all´opinione pubblica affinché venga evitata la riforma della disciplina sulle intercettazioni, contenuta nel ddl del governo che ha già ricevuto un primo sì dalla Camera, che costituisce “un´evidente e palese compressione dei valori della libertà di stampa riconducibili all´articolo 21 della Costituzione”. “La Fieg e la Fnsi – si legge in una nota congiunta – si uniscono nel denunciare al Parlamento e al Paese la gravissima limitazione del diritto di cronaca prevista dal disegno di legge del ministro Alfano in materia di intercettazioni approvato ieri dalla Commissione giustizia della Camera. Le disposizioni in esso contenute colpiscono duramente giornalisti ed editori, imponendo loro il silenzio totale sulle indagini e sui loro sviluppi, anche quando non sussiste il  segreto istruttorio. L´effetto è quello di impedire ai cittadini e all´opinione pubblica di conoscere fatti rilevanti della vita pubblica quali appunto le notizie sugli atti di indagine, non segreti. Se il disegno di legge dovesse essere approvato dal Parlamento, il divieto duramente sanzionato costituirebbe una autentica “pietra tombale” della cronaca giudiziaria”. Fieg e Fnsi sottolineano “con forza all´opinione pubblica che non vanno confusi la limitazione delle intercettazioni e il divieto della divulgazione di loro parti con la possibilità di dare notizia di una investigazione in corso non coperta da segreto (attuazione di misure cautelari, arresti, sequestri, interrogatori, testimonianze). Se fosse approvato il disegno di legge nell´attuale versione si tornerebbe indietro di molti decenni, all´epoca di vigenza del Codice Rocco del 1930. Ad essere violato è il diritto di cronaca e il diritto di informare e di essere informati e, con essi, la Costituzione che li tutela e garantisce”. Gli editori e i giornalisti “concordano sulla necessità di norme a tutela della riservatezza delle persone, soprattutto delle persone estranee alle indagini (da proteggere a monte), ma nonpossono accettare sanzioni fuori luogo rispetto al bene da tutelare ed  estranee ad ogni principio di responsabilità.Gli editori e i giornalisti italiani si appellano al Presidente della Repubblica, al Parlamento, alle forze politiche e sociali e all´opinione pubblica affinché vengano evitate nel nostro ordinamento norme che costituiscono un´evidente e palese compressione dei valori della libertà di stampa riconducibili all´articolo 21 della Costituzione”.

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