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Politkovskaya: assolti i tre imputati, il magistrato ordina la riapertura delle indagini

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Mosca, 20 feb 2009 – Un magistrato russo ha ordinato la riapertura delle indagini sull´omicidio di Anna Politkovskaya, la giornalista russa assassinata nell´ottobre 2006. All´indomani dell´assoluzione di quattro presunti complici del killer, il presidente del Tribunale militare distrettuale di Mosca che ha pronunciato la sentenza, Evgheny Zubov, ha ordinato che l´inchiesta penale sia riaffidata al Comitato investigativo della procura per individuare “le persone collegate a questo crimine”. (agi)

Mosca 19 feb 2009 – Tutti assolti, a sorpresa, gli imputati per l´uccisione della giornalista di opposizione Anna Politkovskaia. I dodici giurati della corte militare di Mosca, dopo tre mesi di processo, hanno impiegato meno di tre ore di camera di consiglio per pronunciare, all´unanimita´, un verdetto di non colpevolezza che pesa come un macigno sulla credibilita´ della procura e dell´intero sistema giudiziario russo. Gli accusati, rimessi subito in liberta´ tra le lacrime della madre di uno di loro e i ´bravo´ di parenti e amici, hanno gia´ annunciato che chiederanno il risarcimento dei danni per l´ingiusta detenzione, anche se dovranno fare i conti prima con l´appello di rito dell´accusa. Sdegnati e delusi i famigliari della Politkovskaia, i suoi ex colleghi e i difensori dei diritti dell´uomo, che pero´ sembrano concordare su un punto: rispetto per il verdetto, la colpa semmai e´ delle carenze degli inquirenti, che non sono riusciti a mettere in piedi un´inchiesta rigorosa, nonostante le molte evidenze a disposizione. In questo processo monco, privo del mandante e del sicario che il 7 ottobre 2006 freddo´ a Mosca la giornalista nell´ ascensore di casa, erano finiti sul banco degli imputati solo tre comprimari, tutti ceceni: l´ex dirigente della polizia moscovita Serghei Khadzhikurbanov, accusato di essere l´organizzatore logistico del delitto, e i fratelli Dzhabrail e Ibragim Makhmudov, presunti ´pedinatori´ della vittima. Un terzo fratello, Rustan, e´ ricercato all´estero come presunto killer. Ad un quarto imputato, l´ex colonnello dei servizi segreti Pavel Riaguzov, erano contestati reati minori (abuso d´ufficio ed estorsione) per aver passato l´indirizzo della giornalista al gruppo operativo. Il processo, come l´inchiesta, avvelenata da depistaggi e fughe di notizie, era partita subito male: il presidente aveva tentato di tenerlo a porte chiuse nascondendosi dietro una inesistente richiesta dei giurati per motivi di sicurezza. Ma la prosecuzione non era stata incoraggiante: valzer di giurati, incongruenze e contraddizioni investigative, sparizioni di prove, varie udienze senza stampa per la citazione di presunti documenti segreti. Opacita´ rilevate anche da ´Reporters sans Frontieres´, secondo cui l´assoluzione e´ ´´la conseguenza di una inchiesta incompleta e trasmessa prematuramente alla giustizia´´. La difesa aveva insistito in particolare sul fatto che non erano state trovate tracce del dna degli imputati sull´arma del delitto e che i tabulati telefonici non permettevano di concludere che gli accusati erano presenti sul luogo dell´omicidio. Oggi la discussione dei giurati non e´ stata certo lunga e sofferta come quella dei ´´12´´ giurati del film di Nikita Mikhalkov. E l´accusa ne e´ uscita a pezzi. ´´Come prima del processo, quando avevo letto gli atti, anche ora ritengo i quattro imputati in un modo o nell´altro complici nell´uccisione di mia madre´´, ha commentato Ilia´, il figlio di Anna Politkovskaia, precisando di rispettare pero´ il verdetto, peraltro unanime, perche´ l´accusa non e´ stata in grado di provare la colpevolezza. Dello stesso avviso Serghei Sokolov, caporedattore di ´Novaia Gazeta´, il bisettimanale per cui lavorava la giornalista: ´´in aula potevano portare piu´ prove e indizi. A me sembra che gli accusati abbiano a che fare con l´uccisione e noi continueremo a insistere su questa pista, ma rispettiamo il verdetto´´, ha dichiarato, promettendo che il giornale continuera´ la sua inchiesta´. Sdegnato il presidente dell´Unione dei giornalisti russi, Vsevolod Bogdanov: ´´e´ una vera vergogna. Che razza di investigazione era se i giurati hanno approvato il verdetto all´unanimita´?´ Di fatto, le forze dell´ordine sono incapaci di dire perche´ o chi e´ responsabile per l´uccisione di qualsiasi giornalista in Russia´´. Come e´ capitato in questi ultimi 15 anni, da Vlad Listiev, notissimo volto del primo canale televisivo freddato da sicari nel marzo del ´95 al direttore dell´edizione russa della rivista americana Forbes, Paul Klebnikov, ucciso nel luglio del 2004: anche nel suo caso gli imputati furono assolti ed ora il tentativo di rifare il processo resta sospeso sine die per la loro irreperibilita´. (ansa)

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