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L´ASR con "Il Romanista": la vostra battaglia è la battaglia di tutti noi

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L´Associazione Stampa Romana solidarizza con la redazione del Romanista nel momento più difficile della sua già importante storia. Il quotidiano dal 2 marzo non sarà più in edicola. Costretto non perché abbandonato dai suoi lettori, che lo seguono e lo sostengono a dimostrazione che quella che nel 2004 a molti sembrava una scommessa folle era invece un coraggioso progetto per realizzare una realtà editoriale unica al mondo. A fermare il Romanista è stata un´interpretazione sulle sovvenzioni alle Cooperative, con la Finanziaria del 2005, una legge che avrebbe dovuto prevedere una “finestra” per l´adeguamento alle nuove regole, per impedire che piccole realtà che avevano fatto i conti al centesimo confidando nei contributi di cui avevano maturato i diritti, si trovassero sul  ciglio di un baratro. Nonostante questo, il Romanista è riuscito rapidamente ad adeguarsi alla nuova disciplina, ma non gli sono stati riconosciuti 16 mesi di contributi, per un´interpretazione assoluramente erronea, e a parer nostro illeggittima, della nuova normativa. Il Romanista ha fatto ricorso al Tar, ma incredibilmente il Tribunale amministrativo regionale non ha ravvisato l´urgenza dell´istanza, come se i diritti di venti famiglie a ricevere uno stipendio e la sopravvivenza stessa di una  testata indipendente non fossero problemi che necessitano una risposta adeguata e immediata. Il Romanista è un una cooperativa di giornalisti, ed è un giornale vero. Non è soltanto “il quotidiano dei tifosi più tifosi del mondo” come si definisce tutte le mattine, accanto alla testata. E´ un giornale che è anche un esempio di libertà, e lo racconta la sua storia, la sua scelta di restare indipendente dalla Società sportiva Roma. Perché non è un giornale di potere, neanche sportivo. E´ il giornale dei suoi lettori, come dovrebbero essere tutti i giornali. Togliergli la  voce sarebbe togliere una voce di libertà. Per questo la sua battaglia è una battaglia che l´Associazione Stampa Romana, con orgoglio,  sente sua.

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