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Libertà di stampa: scoppia vicenda foto Eluana, indagati anestesista, giornalista e fotoreporter

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Udine, 25 feb 2009 – Scoppia la vicenda delle foto di Eluana Englaro scattate nella casa di riposo La Quiete di Udine, il giorno prima della sua morte, il 9 febbraio scorso, dopo 17 anni di stato vegetativo persistente. Ad aprire il nuovo fronte nella lunga e tormentata vicenda umana e giudiziaria di Eluana sono stati i Carabinieri del Reparto Investigativo di Udine. Nei giorni scorsi hanno ascoltato, in qualita´ di persone informate sui fatti, la giornalista della Rai Marinella Chirico e il fotogiornalista Francesco Bruni. Entrambi, nel pomeriggio di domenica 8 febbraio, sono entrati nella stanza di Eluana, accompagnati dall´anestesista Amato De Monte, che ha guidato l´equipe di volontari che hanno attuato il decreto della Corte di Appello di Milano per l´interruzione dell´alimentazione e dell´idratazione di Eluana. Bruni e De Monte hanno scattato alcune foto a Eluana e questo – secondo i Carabinieri – nonostante il divieto previsto nel protocollo legale definito per l´attuazione del decreto dei giudici milanesi che vietava l´uso di macchine fotografiche o apparecchi di ripresa nella stanza della donna. In questo modo, a parere dei Carabinieri, e´ stato violato l´art. 650 del Codice Penale che prevede e punisce l´inosservanza dei provvedimenti dell´autorita´. Convinti di cio´, gli ufficiali di Polizia Giudiziaria hanno cosi´ deciso di sottoporre a indagini De Monte, Chirico, Bruni e l´infermiera di turno quel pomeriggio, Cinzia Gori, compagna di De Monte, invitandoli anche a nominare i difensori. A Bruni hanno chiesto le foto, che il reporter ha consegnato spontaneamente ai Carabinieri di Trieste dove vive e lavora, mentre per le foto scattate da De Monte ne hanno chiesto l´acquisizione alla Procura della Repubblica di Udine. Le foto, infatti, sono state consegnate dal medico alla famiglia Englaro e – ha riferito uno dei legali della famiglia, Giuseppe Campeis – sono ora custodite da Beppino Englaro che non ha alcuna nessuna intenzione di consegnarle senza un atto di sequestro. A decidere tale sequestro, pero´, a questo punto puo´ essere solo la Procura della Repubblica di Udine alla quale i Carabinieri hanno consegnato oggi gli atti delle indagini svolte finora sulla vicenda delle foto. Il Procuratore Antonio Biancardi dovrebbe decidere nei prossimi giorni se procedere in prima persona o se, invece, delegare un sostituto per verificare l´ipotesi di reato formulata dagli investigatori. A contestare l´ipotesi della Polizia Giudiziaria, infatti, sono i legali della famiglia Englaro per i quali non vi e´ stata alcuna violazione della riservatezza e, quindi, del decreto della Corte di Appello di Milano. Le foto – ha spiegato il professor Vittorio Angiolini, legale di Beppino Englaro – sono state autorizzate proprio da Beppino ´´per finalita´ di documentazione clinica, come corredo della cartella clinica´´. La famiglia Englaro, inoltre, ´´si riserva ogni azione giudiziaria a tutela della privacy di Eluana´´ se dopo queste iniziative delle forze dell´ordine le foto dovessero essere rese pubbliche. Non dissimile e´ la spiegazione di Chirico per le foto di Bruni, scattate – ha spiegato – per documentare ´´in modo inequivocabile lo stato fisico di Eluana´´ e ´´dimostrare compiutamente e documentalmente l´effettivo stato´´ della donna ´´attese – ha concluso la giornalista – le continue, false e inaccettabili illazioni sulle sue effettive condizioni´´. (ansa)

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